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26 Maggio 2020Amare può far paura, ma non sempre ce ne accorgiamo
Amare sembra una cosa naturale, normale, possibile a tutti, ma non sempre è davvero così. A volte si può averne paura, fuggire da questa opportunità come fosse una bestia feroce, trasformando questa esperienza in vera e propria paura.
PARLIAMO DI PAURA…
La paura è un’emozione primaria, e in quanto emozione è qualcosa che “capita”, che accade quando siamo presso questa o quella esperienza; serve a “proteggerci” e da un punto di vista evolutivo proteggersi significa sopravvivere.
Nella nostra quotidianità questa necessità di proteggersi da eventi potenzialmente pericolosi è venuta sempre meno, ma si è trasformata spesso in “proteggersi” dall’imprevedibilità o da quelle possibilità che vogliamo ad ogni costo evitare. La paura di amare è nel mezzo di queste due possibilità, il timore di non poter prevedere l’altro o di incorrere in qualche esperienza relazionale spiacevole.
…E DI AMORE.
L’altra parte del tema è l’amore, amare non è qualcosa di assolutamente naturale, è un sentimento di vicinanza, di fiducia, di con-fusione (come fusione-con) con l’altro, fusione-con qualcuno che possiamo in qualche modo prevedere e inserire nella nostra vita come co-progettista del nostro futuro.
Perché quindi dovremmo avere paura di un sentimento potenzialmente così bello, piacevole e, perché no, utile?
Sicuramente non tutte le esperienze di innamoramento e amore hanno queste caratteristiche;
POSSIBILI ESPERIENZE CHE PORTANO A SVILUPPARLA
a volte si conosce una persona convinti che sia fatta in un certo modo, ma una volta intrapreso un progetto di vita insieme (o di coppia anche senza progetti lungimiranti) si scopre che non è come la vedevamo al momento dell’innamoramento . E’ risaputo che nelle prime fasi dell’innamoramento i pregi prendano spesso il sopravvento sugli aspetti negativi (i noti bias cognitivi) che ci attendono all’angolo quando, naturalmente, questa prima fase raggiunge l’apice e comincia la discesa per concretizzarsi in qualcosa di meno intenso ma più stabile (il passaggio dall’innamoramento all’amore “romantico” e prospettico).
In alcuni casi invece si inizia una relazione con dei presupposti incompatibili con un progetto di coppia, magari spinti dalla piacevolezza o dall’attrattività della persona, oppure da fattori più legati al riconoscimento sociale che non per reale piacere, altrimenti anche perché attratti verso qualcuno che in quel momento ci da modo di concretizzare dei progetti che necessitano di un’altra persona (figliazione, evitamento della solitudine, interessi economici, passare il tempo libero ecc).
LE CONSEGUENZE POSSONO ESPANDERSI SU ALTRI CONTESTI
Quando in una coppia si inizia col piede sbagliato accade che si comincino ad avvertire attriti, insofferenze, fastidi, cose che possono portare a comportamenti che mettono in difficoltà la coppia e portano alla sua rottura, una rottura che, nel tentativo di mantenere il principio di coerenza con le nostre scelte, può venire percepita e sedimentata come fallimento, cosa che spesso porta a percepirsi come “non amabili”, “sbagliati”, “incapaci” o vedere persone semplicemente interessanti come “pericolose” perché imprevedibili.
Altre volte capita di essersi abituati a stare “bene” da soli e un’altra persona rischierebbe di mettere a repentaglio questo equilibrio spesso raggiunto con difficoltà.
E’ evidente che le motivazioni per cui amare possa esser visto come potenzialmente pericoloso sono diverse e non sono nemmeno elencabili tutte in queste poche righe.
La cosa che si vuole chiarire è però come esperienze negative o timori basati sulla difficoltà di “rischiare” possano impedire a molte persone di farsi travolgere da un’emozione e da una possibilità così ricca di potenzialità.
E’ proprio quest’ultimo aspetto quello che viene messo maggiormente in discussione: queste potenzialità quanto rischiano di essere negative e devastanti nel mantenimento della mia stabilità? Ciò che si evita è l’esperienza di un’emozione che ci coglie in tutta la sua potenza e che viene scambiata, per difesa, con un’altra, la paura appunto.
ALCUNI ASPETTI TEORICI
Secondo alcune teorie psicodinamiche questa paura sembra ricollegarsi ad esperienze infantili di mancanza di affetto o di mancata corresponsione di un affetto dato dal bambino, sarebbe collegata, secondo le teorie dell’attaccamento, alle modalità relazionali disfunzionali avute con le figure genitoriali, riattualizzando la connessione amore-sofferenza.
E’ evidente che quando siamo innamorati si percepisce, nel con-fondersi con l’altro, una sorta di vulnerabilità, di momentaneo abbassamento delle nostre barriere, necessario per farci conoscere ma che ci espone allo stesso tempo a molti rischi. E’ una messa in discussione di nostri aspetti identitari, che devono adattarsi a nuove prospettive condivise. Si sa come a livello della memoria ogni evento riattivi ricordi con significati simili, e di conseguenza le emozioni strettamente connesse ad essi: se nel passato i ricordi sono sofferti, ciò che sentiremo è, in prima istanza, paura di soffrire di nuovo.
COME RICONOSCERE LA PAURA DI AMARE?
- Ricerca di partner “impossibili”, così da sentirsi giustificati perché è un amore che non può realizzarsi;
- Entrare in relazione con una persona, ma si comincia a ricercarne tutti i difetti, così da trovare buoni motivi per non proseguire la relazione. La strategia del “chi disprezza ama”: in questo caso però sarà proprio per evitare di amare che si troveranno tutti gli indici di incompatibilità;
- Quando si ha la percezione che la storia stia diventando stabile e seria si comincerà a dubitare di esserne innamorati, trovando dei modi per tirarsi indietro, fino a ricercare il conflitto per essere lasciati, così da confermare le proprie aspettative;
- Pensare che non si abbia bisogno di qualcun altro nella propria vita, fino ad evitare qualsiasi approccio con possibili partner;
- Si può arrivare a provare i sintomi di una vera e propria paura: tachicardia, tachipnea, sudorazione fredda, nausea, evitamento di situazioni in cui ci siano coppie e possibilità di incontri, ecc; Questo può arrivare a configurarsi come un vero e proprio isolamento;
Il supporto di uno specialista è fondamentale per non scambiare alcuni segni di questa paura per un reale bisogno.
Bibliografia
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