Sviluppo psicosessuale: l’evoluzione della libido e del modo di amare

Quando nasce la libido? Quando le pulsioni diventano di carattere sessuale? Che succede se ci sono intoppi durante lo sviluppo? Cosa comportano queste nella vita adulta?

Attraverso gli studi e il lavoro clinico Sigmund Freud verso la fine dell’800 si interrogò sullo sviluppo psicosessuale, su come si sviluppino nell’uomo i fenomeni della mente collegati alla sessualità, ossia su come funzioni lo sviluppo psicosessuale.

Il concetto rivoluzionario è stato di non identificare la sessualità con la genitalità dell’adulto, ma di scoprire l’esistenza della sessualità infantile, che si manifesta per le caratteristiche che contraddistinguono l’evoluzione libidica pulsionale del bambino.

La sessualità in infanzia corrisponde alle prime esperienze di gratificazione e di piacere che il bambino sente e riceve in risposta alle interazioni con l’ambiente e con le figure genitoriali.

La genitalità adulta è la ricerca di piacere sessuale attraverso la stimolazione degli organi genitali per raggiungere l’orgasmo.

La permanenza più o meno protratta di una persona in una delle fasi si manifesta prevalentemente con un comportamento ripetitivo dell’adulto che coinvolga l’organo caratteristico della fase, detto fissazione. La fissazione è applicazione intensa ed esclusiva su un determinato oggetto del pensiero.

Vediamo quali sono le 5 fasi che descrivono lo sviluppo psicosessuale.

Sviluppo sessuale: Fase orale, 0-18 mesi

Nei primi 18 mesi di vita la bocca è il principale organo di esplorazione e di stimolazione della cavità orale. Essa è la prima zona erogena, la prima sede della libido.

Le labbra del bambino si comportano in questa fase come l’area del corpo che porta appagamento. La stimolazione che permette l’arrivo del latte caldo diventa la prima esperienza di piacere.

Il soddisfacimento del bisogno di piacere è associato al bisogno di nutrimento, favorendo dunque la funzione necessaria alla conservazione della vita.

Il succhiare con piacere, è un’azione che produce assopimento, rilassamento, auto stimolazione, anche quando il bambino succhia altre parti del suo corpo, come le mani e i piedi.

In questa fase ancora non è contemplato l’altro, il bambino è egoista ed egocentrico, pensa che tutto il mondo appartenga a lui, il piacere è autoerotico.

Le fissazioni riferite a questa fase, si manifestano con un eccessivo attaccamento dell’adulto ad abitudini che coinvolgono l’utilizzo della bocca, come mangiare, fumare, bere, parlare, ripetendo queste azioni eccessivamente, ricercando gratificazione. 

Fase anale, 18-36 mesi

Lo sviluppo libidico nel secondo e terzo anno di vita è caratterizzato da un cambiamento della zona erogena: da quella orale a quella anale. Tale zona rappresenta in questa fase sia piacere, sia uno strumento di controllo di sé e delle relazioni. La polarità in questo momento è rappresentata dai ruoli attivo/passivo.

I genitori in questa fase fanno richieste al bambino di lasciare le proprie feci nel vasino, queste diventano dunque il primo “regalo” che il bambino può scegliere di dare all’altro: il rilascio può esprimere docilità, mentre il rifiuto alla richiesta dell’adulto può esprimere la sfida verso il proprio ambiente. Rappresenta il primo atto simbolico di negazione/accondiscendenza verso l’autocontrollo imposto dalle figure genitoriali e dalla società.

Il bambino piccolo è, in questa fase, ancora privo del senso di pudore e sviluppa l’aggressività, la componente crudele della pulsione sessuale. La compassione, che funziona come barriera per contenere la crudeltà, non è ancora formata. È possibile che le pulsioni crudeli vengano collegate alle pulsioni erogene, per questo viene anche detta fase sadico anale.

La fissazione qui può essere di due tipi: fissazione anale espulsiva, nella quale l’eccessiva gratificazione e permissione genitoriale  generano una personalità disordinata, aggressiva e impulsiva. L’opposizione del bambino a soddisfare le richieste dei genitori, lo porta a trattenere le feci, generando una fissazione anale ritentiva. Questa è caratterizzata da personalità che sviluppano un’estrema cura dei dettagli, spiccato senso del possesso, ordine, igiene e controllo. 

Fase fallica, 3-6 anni

L’energia libidica si sposta dalla zona anale a quella genitale. La zona erogena è incentrata sull’area genitale e sul piacere che ne deriva. Il bambino si accorge delle diversità sessuali tra maschi e femmine, scoprendo che alcune persone hanno il pene e altre no.

È caratteristica di questa fase l’imitazione del modello genitoriale, e lo sviluppo di un’identità sessuale, che porta a provare attrazione e desiderio di conquista per uno o per l’altro modello genitoriale con cui si è identificato. Se ad esempio, una bambina si identifica con la mamma, proverà desiderio di conquista verso il papà, se si è identificata con il papà, proverà il desiderio di conquistare la mamma.

In questa fase si individuano anche il complesso di Edipo, il complesso di Elettra, e lo sviluppo del senso di colpa annesso.

Tipico di questo momento evolutivo è anche il comportamento esibizionista e l’apprendimento dei codici di comportamento genitoriali, dei valori, di ciò che è giusto o sbagliato, del bene e del male.

Una fissazione a questa fase produrrebbe personalità risolute, autonome, orgogliose, egoiste, promiscuità, asessualità, amoralità, disturbi sessuali e relazionali.

Fase di latenza, 6 anni-pubertà

La libido in questa fase rimane dormiente e permette così che le pulsioni sessuali vengano indirizzate verso altri scopi.

Le energie pulsionali vengono ridistribuite: da una parte viene trasformata in moti di “tenerezza”, dall’altra viene canalizzata in attività sociali, scolastiche, civili.

Il focus è sul rapporto con i pari, sui rapporti di amicizia; la concentrazione è rivolta alle attività motorie e intellettuali.

Durante questa fase si sviluppano il senso di dominio delle pulsioni e il padroneggiamento delle situazioni, la condanna morale, il senso del pudore e della pietà. Lo sviluppo di questi sentimenti contribuiscono all’”amnesia infantile”, ossia a ricordare pochissimo ciò che è inerente alle pulsioni sessuali avvenute nei primi 6-7 anni di vita.

Inoltre si stabilisce il senso di autostima e si nota un ulteriore sviluppo dell’identità di genere.

Fase genitale, lo sviluppo dalla pubertà in poi

L’energia libidica è nuovamente attiva e concentrata nelle zone genitali. La pulsione sessuale, che fino a questo momento era stata pregenitale, diventa ora una pulsione sessuale di tipo genitale. Viene vissuta con l’obbiettivo di raggiungere l’orgasmo e contempla una persona verso cui essere rivolta.

L’energia libidica nuovamente concentrata nella zona genitale permette di costruire relazioni significative con persone del sesso opposto, o dello stesso sesso.

Se ci sono fissazioni nelle fasi precedenti, non ci sarà sufficiente energia sessuale per permettere un pieno sviluppo della fase genitale.

Conclusioni sullo sviluppo psicosessuale

A ogni fase corrisponde un’evoluzione del modo di vedere e di amare l’altro, che viene mantenuta nella vita adulta e nel rapporto di coppia. Stando a quanto individuato da Freud, l’amore, nelle diverse fasi, si potrebbe esprimere in questo modo:

Amore orale: “Ti amo perché tu sei sempre insieme a me, mi coccoli e mi consoli”.

Amore anale: è un amore fatto per tiranneggiare l’altro, per insultarlo e arrabbiarsi con lui, per dirgli che non va bene: “Ti amo, se sei come voglio io”.

Amore fallico: dove al centro c’è il soggetto: “Ti amo perché mi fai fare bella figura”.

Amore genitale: “Ti amo perché tu godi, amo le gemme che vedo crescere in te”.

È completando ognuna delle fasi che si arriva all’amore genitale, l’amore che sarebbe dovuto a tutti, grandi e bambini. L’amore maturo, che considera i bisogni dell’altro al pari dei suoi, l’amore che mette i due partner sullo stesso piano.

Bibliografia  

  • Freud, S. (1905). Tre saggi sulla teoria sessuale. Bollati Boringhieri (Torino).
  • Fromm, E. (1956). L’arte di amare. Mondadori Editore (Milano).