Cos’è un abuso, che conseguenze ha e come si previene

Cos’è definibile come abuso

Il termine deriva dal latino Abusus e significa cattivo uso, uso eccessivo, smodato, illegittimo di una cosa, con il fine di arrecare a sé o agli altri un vantaggio o di recare ad altri un danno.

Solitamente l’abuso si inserisce in quadro di violenza più generale, che va dalla violenza fisica (subita o assistita), all’abuso psichico, affettivo, al maltrattamento, fino alla trascuratezza.

È considerato abuso, dunque, ogni forma di maltrattamento fisico e/o affettivo, sessuale (con o senza contatto fisico), incuria o negligenza, sfruttamento, che provoca un danno reale o potenziale alla salute, alla sopravvivenza, allo sviluppo o alla dignità della persona, nell’ambito di una relazione di responsabilità, fiducia o potere.

Esistono diversi tipi di abuso, e diverso è anche l’effetto se questi vengono subiti una volta, oppure ripetutamente nel tempo, o ancora se rappresentano le dinamiche relazionali più frequenti presenti nella vita di una persona.

Il rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2013) afferma che sono più frequenti le forme multiple di maltrattamento, chiamate ACE (Adverse Childhood Experience), rispetto alle sue forme singole. Significa che è più probabile che una persona che ha subito degli abusi, ne abbia subiti di diversi tipi.

Le caratteristiche disfunzionali appartenenti a famiglie che favoriscono comportamenti di abuso sono: la sfiducia in se stessi e negli altri, l’accondiscendenza, il segreto e l’obbedienza, la repressione della rabbia, la minimizzazione e la rimozione della paura, la negazione dei bisogni di dipendenza, di curiosità e di innocenza, il pervasivo senso di colpa, la responsabilizzazione dei comportamenti altrui, l’ipervigilanza, la negazione e la dissociazione come comportamenti favoriti dalla vita familiare, insieme al blocco dei processi di pensiero e dell’elaborazione. Esse diventano probabili caratteristiche che le vittime riproporranno anche nelle loro relazioni future.

Conseguenze di un abuso

Comportamenti abusivi, generano altri comportamenti abusivi

I modelli appresi in famiglia tendono a riproporsi naturalmente, salvo non vengano fatte esperienze alternative emotivamente correttive, come accade in psicoterapia. Capita, infatti, che le vittime di abusi o maltrattamenti, diventino a loro volta aggressori, che ripropongono quanto subìto. Non aver fatto esperienza di comportamenti più funzionali in ambienti protetti, non permette a loro di avere diversi riferimenti comportamentali.

Eventi avversi in età precoce hanno forte impatto sulla salute psichica

Diversi studi hanno rilevato le conseguenze che questi comportano: alcolismo, depressione, fumo con inizio precoce, abuso di droghe con inizio precoce, abuso di analgesici e psicofarmaci, disturbi del sonno, disturbo bipolare, disturbi borderline di personalità, allucinazioni, fughe da casa, tentati suicidi. 

Prevenzione nell’infanzia

  1. Convalidare i sentimenti. Ciò che i bambini provano, merita rispetto. Quando un bambino ad esempio esprime sazietà, insistere affinché finisca il piatto significa non aiutarlo a riconoscere le sue sensazioni corporee. Insegnandogli a riconoscere i segnali che manda il loro corpo, e non far decidere all’adulto che cosa deve/non deve sentire il bambino.
  2. Insegnare loro i limiti. Il loro corpo dei bambini appartiene solo a loro e nessuno ha il diritto di superare i loro confini personali, creandogli dubbi o confusione. Rispettare i loro “no” insegna loro a dare valore a ciò che dicono. Quando ad esempio il bambino si sottrae dal salutare alcuni parenti, perché lo stritolano o prendono per la guancia, è importante riconoscergli che è ok che preferisca salutarli senza contatto, piuttosto di sottoporlo a un abbraccio che non gli piace.
  3. Chiedere il permesso. Chiedendo loro il permesso quando ci si avvicina al loro corpo, li si aiuta a vedere la differenza con chi non lo fa, e questo permesso se lo prende.

Ad esempio, madri troppo invadenti pensano di avere il diritto di toccare il corpo dei loro figli senza chiedergli il permesso, anche quando questi hanno l’età per comprendere il gesto e il significato di permesso, con la giustificazione del “l’ho fatto io”. Così facendo gli si insegna che il loro corpo non gli appartiene del tutto e non spetta loro prendersene cura.

  1. Favorire la comunicazione. Una famiglia che spontaneamente parla di emozioni, favorisce anche la comunicazione di ciò che appare strano, imbarazzante, vergognoso.

I sentimenti dei bambini sono importanti, e accogliendoli gli si insegna ad avere rispetto e contatto con ciò che sentono e vivono, un insegnamento che gli farà avere una marcia in più in tutti gli ambiti della vita.

  1. Modellamento. I bambini apprendono gli atteggiamenti dai genitori, condividere ciò che i genitori sentono, pensano e agiscono insegna loro a capire come si fa a condividere ciò che provano. Condividere le situazioni che alterano gli stati emotivi, nella misura in cui i bambini li possano capire e tollerare. Ad esempio: “Oggi a lavoro ho avuto una riunione molto importante, per questo ora mi sento più stanca del solito.”

Conclusioni

Per prevenire gli abusi sui minori, è importante che gli adulti abbiano chiaro il concetto di abuso, e siano loro stessi i primi a conoscere le loro emozioni e i loro limiti personali.

La vita di ciascuno è di valore, essa va protetta da coloro che non ne hanno rispetto, e questa protezione va insegnata.

Fonti

  • Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS (WHO). Rapporto europeo sulla prevenzione del maltrattamento infantile, anno 2013.
  • Simonelli, C., Petruccelli, F., Vizzarri, V. (200). Le perversioni sessuali. Franco Angeli, (MI).