Fai parte della comunità LGBTQ+ e stai valutando di iniziare un percorso psicologico? Ti stai chiedendo se la tua identità sessuale può avere a che fare con la scelta del* professionista più adatt* a te? In questo articolo parleremo delle motivazioni nel ricorrere a un* terapeuta espert* in tematiche LGBTQ+, e di come riuscire a trovarl*.
Non basta una psicologia friendly
Poiché viviamo in una società fortemente etero-cis-mono normata, può essere particolarmente utile lavorare con un* terapeuta che comprenda pienamente queste complessità, indipendentemente dal suo personale orientamento, identità di genere, o stile relazionale.
Molt* psicolog* dichiarano di essere LGBTQ+ friendly. Si tratta di un requisito davvero sufficiente a offrire un servizio adeguato a rispondere alle tue necessità? Forse hanno un* amic*, un* collega o un* familiare che ha fatto coming out; o forse sono semplicemente apert* verso ciò che è diverso dalla norma. In ogni caso, essere friendly non è di per sé abbastanza: un lavoro efficace e competente con persone LGBTQ+ richiede formazione e conoscenze specifiche.
Non è sufficiente che un* terapeuta sia neutrale rispetto alle tematiche LGBTQ+;
la neutralità può rivelarsi dannosa, perché non permette di riconoscere i rischi e le potenziali discriminazioni a cui sei espost*, oltre che le loro ricadute sulla tua salute mentale e sul tuo benessere. La neutralità, così come la scarsa conoscenza ed esperienza di ciò che caratterizza la comunità LGBTQ+, può addirittura aggravare lo stress che sperimenti quotidianamente, e, spesso, inconsapevolmente.
Un atteggiamento friendly, dunque, può non essere sufficiente. Potresti, piuttosto, rivolgerti a un* psicolog* specializzat* che adotta un approccio affermativo: un approccio che afferma e sostiene le identità e la loro autodeterminazione, e che non tenta in alcun modo di modificarle. Essere un* terapeuta competente e affermativ* significa allontanare il concetto di devianza dalla popolazione LGBTQ+, ascoltare senza pregiudizi e supportare la persona nella libera espressione della sua affettività, sessualità, identità o del suo stile relazionale.
Perché scegliere un* specialista in tematiche LGBTQ+?
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Perché non ricorre a terapie riparative
Storicamente, l’ambito della salute mentale è stato terreno fertile di discriminazione per le persone LGBTQ+, a lungo considerate patologiche, pervertite, devianti. La comunità psicologica si è ormai formalmente distanziata da teorie e trattamenti correttivi e dannosi adottati in passato; tuttavia, ancora oggi risente dei pregiudizi negativi e dell’assenza di una formazione specifica, carente o del tutto assente durante il percorso di studi. Terapie e atteggiamenti riparativi o di conversione, purtroppo, sono ancora più diffusi di quanto si possa immaginare. Se il prezzo da pagare per la tua salute mentale è il rischio di imbattersi in un* terapeuta (più o meno intenzionalmente) discriminante, vale la pena cambiare strategia, e fare una ricerca mirata per un* professionist* competente, che persegue un approccio affermativo.
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Perché conosce i rischi per la tua salute mentale
Le persone LGBTQ+ hanno un rischio più elevato di problematiche legate alla propria salute mentale. Paragonate alla popolazione cis/etero/monogama, si trovano ad affrontare molteplici fattori di stress, aggiuntivi a quelli della quotidianità e strettamente legati alla propria identità. Trovare un* terapeuta specializzat* nelle tematiche LGBTQ+ può aiutarti a riconoscerli, validando la tua esperienza, e facendoti sentire accolt* e compres*. La competenza può evitarti delusioni, incomprensioni, fallimenti nel trattamento, e, soprattutto, ulteriori discriminazioni. Può farti sentire al sicuro: un diritto non così scontato per chi è parte della comunità LGBTQ+.
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Perché la sua esperienza e formazione fanno la differenza
Come anticipato, essere un* terapeuta competente va ben oltre l’essere friendly, la neutralità o l’essere parte della comunità a propria volta. Significa essere format* in modo specifico su come lavorare con le persone LGBTQ+, essere specializzat* a sufficienza da comprendere gli aspetti che caratterizzano e si intersecano con la salute mentale delle persone LGBTQ+. L’esperienza e la formazione fanno la differenza rispetto a chi improvvisa un intervento, senza una preparazione adeguata: non solo ti garantiranno un supporto mirato e adeguato, ma ti eviteranno atteggiamenti giudicanti e trattamenti iniqui.
Come trovare un* psicolog* competente?
Non esiste una risposta sempre valida, tuttavia alcuni suggerimenti, come quelli seguenti, possono indirizzarti nella scelta:
- Fai ricerche
Esplora i siti web di terapeut* pre-selezionat*, in cerca di contenuti sul tema, o affiliazioni con organizzazioni ed enti LGBTQ+, nazionali e internazionali; verifica l’esistenza di pubblicazioni o menzioni all’interno di progetti o eventi rilevanti; consulta le recensioni di altr* clienti per scoprire se la specializzazione è stata riscontrata anche da altre persone. - Rivolgiti ad associazioni e realtà locali
Associazioni ed enti LGBTQ+ hanno reti e contatti con professionist* sul territorio: rivolgendoti a loro potrai ricevere suggerimenti su psicolog* a cui fare riferimento, garantiti e comprovati da realtà con esperienza e conoscenza sul tuo territorio. - Chiedi aiuto alla comunità
Domanda alle persone che conosci e che sono, come te, parte della comunità LGBTQ+; in alternativa, fai riferimento a risorse comunitarie virtuali come gruppi facebook di persone LGBTQ+. Le voci protagoniste di percorsi attivi o pregressi possono orientare la tua scelta, senza farti dubitare delle loro intenzioni.
Un ambiente sicuro per la libera espressione di te
Iniziare un percorso psicologico non è (quasi mai) una scelta facile. Richiede energie, dedizione e impegno. A condizionare la scelta, esistono diversi fattori, ad esempio di ordine economico o logistico. Generalmente ancor prima di questi, interviene un altro elemento: quello motivazionale. La disponibilità di un* terapeuta competente e rispettoso della tua identità può incidere notevolmente sulla decisione di iniziare un trattamento, creando, ancor prima di intraprendere il percorso, un ambiente accogliente e sicuro: l’unico che può permettere un lavoro psicologico efficace.
Per essere cert* di goderne, dopo aver individuato un* o più psicolog* grazie ai suggerimenti sopra indicati, un passo ulteriore da compiere può essere quello di comunicare direttamente dubbi e necessità. In occasione dei primi contatti, puoi, tra le altre cose:
- verificare la sua pregressa esperienza con persone LGBTQ+;
- rivolgere domande sulla sua formazione;
- accertarti che non applichi terapie riparative;
- monitorare il suo utilizzo di linguaggio inclusivo, rispettoso e non discriminante.
L’obiettivo della ricerca è solo uno: trovare uno spazio che ti renda liber* e sicur* di esprimere la tua identità.
Bibliografia
Foto di Ruan Richard
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