Ne abbiamo già parlato: le persone trans hanno una maggiore vulnerabilità alla psicopatologia e maggiore rischio di disagio psicologico rispetto alla popolazione generale. Specialmente se sono giovani.

Sappiamo anche che l’identità trans, in quanto tale, non è responsabile di questo. Sono i fattori sociali secondari a essa a esporre al rischio di sofferenza e disagio, particolarmente in bambin* e ragazz* trans: i pregiudizi, la transfobia, le microaggressioni, il bullismo, il rifiuto sociale, le discriminazioni, e lo stigma.
Più in generale, è stato riconosciuto il ruolo che la cisnormatività ricopre nella salute mentale. La cisnormatività è responsabile delle pressioni alla “normalizzazione” che le giovani persone trans subiscono, pressioni che, a loro volta, concorrono alla compromissione del loro benessere psicologico.

A questo proposito “si potrebbe affermare che il benessere psicologico delle persone transgender sia inversamente correlato all’intensità dell’intolleranza sociale percepita[1]. Tanto più bassi sono l’accettazione e il riconoscimento sociali delle identità trans, tanto più probabile si prospetta il loro disagio psicologico. Particolarmente frequenti tra bambin* e ragazz* trans sono, infatti, disturbi d’ansia e dell’umore, autolesionismo, ideazione suicidaria, disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, abuso di sostanze, e ritiro sociale. Condizioni che possono essere prevenute, attenuate, o, in alcuni casi, risolte, anche attraverso alcune azioni concrete sugli spazi vissuti dalle persone giovani.

Cosa possono fare Scuole/Università per tutelare le giovani persone trans?

Le conseguenze dell’intolleranza hanno un impatto ancora più grande quando a negare riconoscimento e libertà di espressione sono gli ambienti relazionali significativi (famiglia, gruppo di pari e scuola/università). Eppure Scuola e Università possono agire attivamente per favorire il benessere delle giovani persone trans. I modi per farlo sono diversi:

  • offrendo accoglienza e validazione;
  • mettendo a disposizione riferimenti e risorse;
  • agendo per prevenire rifiuto, esclusione e violenza;
  • valorizzando le differenze identitarie;
  • garantendo parità, diritti e rispetto.

Una delle azioni che possono essere compiute in questo senso è l’istituzione della Carriera Alias.

Che cos’è la carriera Alias?

Come riporta il portale Universitrans: “La Carriera Alias è un profilo burocratico alternativo e temporaneo, che sostituisce il nome anagrafico con quello adottato, almeno fino all’ufficiale rettifica anagrafica.”.
Valida esclusivamente all’interno della Scuola/Università, e non estendibile ai documenti ufficiali, garantisce il riconoscimento e l’adozione del nome e del genere di elezione, anche se diversi da quelli anagrafici. Nasce da un accordo tra Scuola/Università e student* – e famiglia, nel caso di persona minorenne. Nelle Università prevede anche l’uso di un badge e di un indirizzo email con il nome adottato.

Chi può accedere alla Carriera Alias?

Ad oggi non esistono linee guida ministeriali sulle modalità di attivazione della Carriera Alias, che è regolata in modo diverso in ogni Scuola/Università. È rivolta a chiunque abbia intrapreso un percorso di affermazione di genere o, più ampiamente, alle persone trans.
In alcuni casi per la sua attivazione è richiesta una documentazione attestante il percorso, in altri è sufficiente un’autocertificazione, a discrezione del regolamento della Scuola/Università. Quando la documentazione richiesta è di tipo diagnostico (diagnosi di “Disforia/Incongruenza di Genere”), vengono automaticamente escluse alcune persone. Quelle che non hanno ottenuto alcuna diagnosi perché la valutazione è ancora in corso, perché non sperimentano disforia di genere o perché non si sono sottoposte a una valutazione.

Come faccio a sapere se la mia Scuola/Università ha adottato la Carriera Alias?

 Puoi scoprire se nella tua Scuola/Università esiste la possibilità di attivare la Carriera Alias:

Effettuando ricerche nel sito web della Scuola/Università.

Per la Scuola, potresti trovare informazioni nelle sezioni:
  • Regolamenti / Atti
  • Documenti
  • Modulistica
  • Inclusione

Per l’Università, puoi cercare nelle aree:

  • Immatricolazioni / Iscrizioni
  • Carriere Student* / Segreteria
  • Inclusione
  • Servizi agli/alle Student* / Diritto allo Studio

Se la Carriera Alias è stata adottata, troverai una breve descrizione del regolamento, suddiviso in articoli. Generalmente è anche presente un riferimento alla delibera che ha sancito la sua istituzione. Con il regolamento, sono indicate le modalità di richiesta, compresa l’eventuale modulistica necessaria. Potrai trovare anche i riferimenti dell’ufficio e/o del* docente/personale responsabile della procedura, a cui puoi rivolgerti per maggiori informazioni.

Chiedendo alla segreteria, a un* docente di fiducia o al* Dirigente scolastic*.

Perché è fondamentale che Scuole/Università prevedano la Carriera Alias?

L’istituzione della Carriera Alias ha un unico obiettivo: garantire alle giovani persone trans di seguire un percorso scolastico/universitario nel modo più sereno possibile. Ma gli effetti positivi dell’adozione e del riconoscimento di nome e genere di elezione vanno al di là di questo.
Oltre alla significativa riduzione dei livelli di distress, svolgono un ruolo nella prevenzione dell’abbandono scolastico.
In aggiunta, l’eliminazione del misgendering[2] e del deadnaming[3] ha ricadute sulla riduzione dell’ideazione suicidaria e sui tentativi di suicidio delle persone trans adolescenti. L’adozione della Carriera Alias, benché limitata al contesto scolastico/universitario, può ricoprire un ruolo preventivo anche in questo senso, tutelando dall’utilizzo di genere e nome assegnati, e dal rischio di outing.

La Carriera Alias da sola è abbastanza?

La Carriera Alias è solo una delle numerose azioni che possono essere attuate per creare spazi scolastici/universitari che siano trans-inclusivi, o, ancora meglio, trans-affermativi. La loro realizzazione passa anche attraverso:

  • l’educazione e la formazione (a student*, così come a famiglie, docenti e personale);
  • la tutela della sicurezza delle persone trans;
  • la prevenzione della transfobia;
  • il costante aggiornamento sulle tematiche di genere, in continua evoluzione.

Se ti interessa saperne di più, troverai utile questo articolo, che passa in rassegna le principali strategie per accogliere, validare e tutelare le persone trans e non binarie a Scuola o in Università, e fornisce spunti di riflessione utili a crearne di nuove:

https://www.cosicomeviene.it/educazione-al-non-binarismo/.

La Carriera Alias è importante, ma è solo il punto di partenza, non quello di arrivo. Scuole e Università dovrebbero tutelare le giovani persone trans in modo attivo e costante, non smettendo mai di promuovere una cultura inclusiva e rispettosa.

[1] https://www.icguicciardiniroma.edu.it/attachments/article/402/LINEE%20GUIDA_Varianza%20di%20genere.pdf

[2] L’atto di riferirsi a una persona trans utilizzando il genere assegnato, e non quello di identificazione.

[3] L’utilizzo del nome anagrafico di una persona trans, nonostante l’esplicita richiesta di ricorrere a quello di elezione.

 Risorse utili

Bibliografia

 De Vries, A.L., Steensma, T.D., Cohen-Kettenis, P.T, VanderLaan, & D.P, Zucker, K.J. (2016). Poor peer relations predict parent-and self-reported behavioral and emotional problems of adolescents with gender dysphoria: a cross-national, cross-clinic comparative analysis. European child & adolescent psychiatry, 25(6), 579-588.

Dhejne, C., Van Vlerken, R., Heylens, G., & Arcelus, J. (2016). Mental health and gender dysphoria: A review of the literature. International Review of Psychiatry, 28(1), 44-57.

Duffy, M.E., Kenkel, K.E., & Joiner, T.E. (2019). Prevalence of self-injurious thoughts and behaviors in transgender individuals with eating disorders: A national study. Journal of Adolescent Health, 64(4), 461-466.

Lorusso, M., & Albanesi, C. (2020). When the context rows against. Voicing parents of transgender children and teenagers in Italy: A qualitative study. Journal of Community & Applied Social Psychology, 31(6), 732-748.

Nodin, N., Peel, E., Tyler, A., & Rivers, I. (2015). The RaRE Research Report: LGB&T mental health-risk and resilience explored.Russo, T., & Valerio, P. (2019). Transgenderismo e identità di genere: dai manuali nosografici ai contesti. Un focus sulle università italiane. Rivista sperimentale di freniatria, 2, 79–112.

Steensma, T.D., Zucker, K.J., Kreukels, B.P.C., VanderLaan, D.P., Wood, H., & Fuentes, A., et al. (2014). Behavioral and emotional problems on the teacher’s report form: A cross-national, cross-clinic comparative analysis of gender dysphoric children and adolescents. Journal of Abnormal Child Psychology, 42, 635–647.

Zucker, K.J. (2019). Adolescents with gender dysphoria: Reflections on some contemporary clinical and research issues. Archives of sexual behavior, 48(7), 1983-1992.

Foto: Gender Spectrum Collection