Sul nostro portale sono diversi gli articoli che approfondiscono la dimensione dell’identità di genere e le domande che possono scaturire attorno ad essa.
Il senso soggettivo di un genere (maschio, femmina, altro) assieme all’espressione di genere e alle caratteristiche del corpo sessuato contribuiscono alla definizione della propria identità sessuale.
Tuttavia, a volte è possibile esperire una discordanza tra il proprio senso soggettivo e la nostra conformazione corporea. Non sempre infatti le proprie caratteristiche biologiche sessuate sono vissute in accordo con il genere che sentiamo nostro. Tale discordanza può quindi essere vissuta non autenticamente dalla persona, che può quindi trovarsi a vivere una profonda sensazione di inadeguatezza verso il proprio corpo.
Situazioni di tal genere possono trovare spazio all’interno di un percorso di ascolto qualificato, che miri ad aiutare le persone che in esse si ritrovano a chiarire dubbi e a trovare possibilità più proprie al fine di trovare (o ritrovare) il benessere.
In questo articolo proponiamo invece una riflessione su quali strategie è possibile adottare per occuparsi di un corpo che percepiamo “in disaccordo” con il nostro sentire: è possibile fare qualcosa per stare meglio?
Il corpo ideale: qualche dato dalla ricerca
Non solo caratteristiche biologiche sessuate: la riflessione sul corpo e sul genere include anche una serie di caratteristiche non direttamente legate alla sessualità. Pensiamo per esempio alla forma fisica: se in generale l’epoca in cui viviamo è un contesto in cui la non adesione a canoni estetici conformi provoca malessere, alcune ricerche sottolineano come l’appartenenza ad una minoranza porta più facilmente a un vissuto negativo di insoddisfazione verso il proprio corpo; infatti, alcune ricerche suggeriscono come il riferimento a un corpo ideale con grande enfasi sull’apparenza fisica sia più presente tra gli uomini omosessuali rispetto a quelli eterosessuali. Inoltre, vissuti di ansia e depressioni legati alla propria immagine corporea sembrano essere presenti negli individui che si identificano come gay, lesbiche, bisessuali. Inoltre, la disforia di genere che viene esperita a seguito di un’incongruenza tra il sesso biologico e la propria identità sessuale è stato legato nelle ricerche a vissuti di angoscia e a forte distress.
E’ possibile avvicinarsi al corpo ideale? Strumenti per il benessere
La disforia che si instaura a seguito della discordanza tra il proprio senso soggettivo e la propria conformazione corporea può portare ad intraprendere percorsi di modifica del proprio corpo, anche grazie all’aiuto di specialisti qualificati.
Prima ancora di intraprendere percorsi di modifica del proprio corpo è però spesso avviata la pratica di uso di strumenti in grado di avvicinare la propria conformazione fisica al corpo ideale. Abbiamo già parlato, ad esempio, del binder. Il binder viene infatti usato per appiattire il seno, così da diminuire il disagio provocato dalla sua presenza in persone che non desiderano averlo. Altro strumento spesso usato può essere rappresentato da accessori con forma peniena, fatti con diversi materiali, che possono essere usati da donne che vogliono simulare la presenza del pene. Questo può avere una ricaduta sia in termini visivi che in termini tattili che percettivi.
Avere la possibilità di vedersi/sentirsi in modo diverso a livello corporeo può avere una grande ricaduta sul benessere delle persone per cui tale aspetto provoca disagio, e può inoltre rappresentare un primo passo per dare risposta ad una serie di dubbi più ampi sulla propria identità di genere. Infine, può aprire la possibilità di affrontare aspetti che portano disagio con un professionista psicologo qualificato esperto di tali tematiche.
Referenze
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