L’eiaculazione precoce è considerata la disfunzione sessuale più diffusa tra gli uomini. Sebbene molto studiata, ancora oggi non è presente in letteratura scientifica una visione univoca riguardo alle sue cause.

Numerosi uomini che ne soffrono lamentano un senso di mancanza di controllo dell’eiaculazione e riferiscono apprensione per la prevista incapacità di ritardare l’eiaculazione nei successivi rapporti sessuali, che impatta psicologicamente sia sul soggetto colpito sia sulla coppia.

È probabile che il disturbo dipenda da una combinazione di fattori psicologici e fisiologici. Tra questi ultimi, ridotti livelli di serotonina potrebbero giocare un ruolo importante, essendo il principale neurotrasmettitore coinvolto nel controllo cerebrale dell’eiaculazione.

Attualmente, il trattamento farmacologico avviene principalmente attraverso 4 categorie di farmaci: anestetici locali, antidepressivi, inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 e tramadolo.

In questo articolo prenderemo in considerazione la classe degli antidepressivi andando ad analizzare in particolare la Dapoxetina.

Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI)

Lo scopo del trattamento farmacologico per l’eiaculazione precoce è aumentare i livelli sinaptici di serotonina, per esempio grazie all’azione di alcuni antidepressivi.

Quali? Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), in particolare fluoxetina, fluoxamina, sertralina e paroxetina.

Gli SSRI sono i farmaci più comunemente prescritti per il trattamento di disturbi dell’umore come la depressione ma sembrano efficaci anche per l’eiaculazione precoce (in uno studio del 2004 è stato infatti dimostrato che aumentano la latenza eiaculatoria intravaginale).

Perché gli SSRI si usano sia per la depressione che per l’eiaculazione precoce?

La serotonina è uno dei neurotrasmettitori responsabili della regolazione del tono dell’umore, ecco perché un farmaco che ne regola i livelli può essere impiegato per trattare i disturbi come la depressione.

In sintesi, a livello cerebrale gli SSRI si legano al trasportatore della serotonina ed impediscono il suo riassorbimento nel terminale assonico presinaptico, andando così ad aumentare la serotonina a livello sinaptico.

Un noto effetto indesiderato di questo trattamento è la disfunzione sessuale, inclusa l’eiaculazione ritardata; di conseguenza, gli SSRI sono stati introdotti anche nel trattamento dell’eiaculazione precoce.

Controversie sul loro utilizzo per l’eiaculazione precoce

Un aspetto degli SSRI da non sottovalutare riguarda gli effetti collaterali.

I più frequenti sono insonnia, ipereccitazione, sudorazione, nausea, vomito, diarrea/stipsi e riduzione della libido, fino alla disfunzione erettile. Sono inoltre frequenti casi di aumento consistente del peso corporeo.

Se per i pazienti con disturbi dell’umore gravi, per esempio, i benefici dati dall’assunzione di tali farmaci possono compensare gli effetti indesiderati, per quanto riguarda il trattamento dell’eiaculazione precoce si pensa che il peso degli effetti collaterali sia sproporzionato rispetto ai benefici, dunque non sono mai stati autorizzati per questa patologia.

Inoltre, questi farmaci possono essere assunti quotidianamente ma in tal caso il loro effetto inizia dopo 2-3 settimane dalla prima somministrazione.

Che cos’ha la dapoxetina di diverso dagli altri SSRI?

Tra gli SSRI si trova anche la dapoxetina, unico farmaco ufficialmente approvato e registrato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) per il trattamento dell’eiaculazione precoce.

Nel 2008, oltre all’Italia, è stato autorizzato in altri 6 paesi europei (Svezia, Finlandia, Austria, Germania, Spagna e Portogallo) per gli uomini dai 18 ai 64 anni.

Pur appartenendo alla famiglia deli SSRI, ha un profilo farmacologico diverso che permette di assumerla solo al bisogno, in genere 1-3 ore prima del rapporto sessuale.

Diversi studi hanno dimostrato che la dapoxetina aumenta la latenza eiaculatoria sia nella dose da 30 mg che in quella da 60 mg, sebbene con quest’ultima i risultati siano più soddisfacenti.

Gli effetti collaterali sono quelli tipici di tutti i farmaci ad azione serotoninergica ed elencati in precedenza, ma con ridotta frequenza e gravità, risultando sì più lievi e tollerabili ma spesso fastidiosi. I più comuni sono capogiri, nausea e mal di testa.

La dapoxetina da sola basta?

Come anticipato, le cause dell’eiaculazione precoce sono multifattoriali, dunque trattarla esclusivamente tramite farmaci sembra essere piuttosto limitante.

Può un farmaco agire, per esempio, sulle cause dell’ansia da prestazione sessuale o su difficoltà relazionali ed interpersonali?

La terapia psicologica è quindi un’altra opzione di trattamento da non sottovalutare, che si rivela particolarmente utile quando il disturbo risulta essere l’espressione di una modalità relazionale patologica di funzionamento della coppia.

La psicoterapia e l’educazione sessuale possono ridurre l’ansia del paziente, migliorare la comunicazione tra uomo e partner, infondere maggiore sicurezza e modificare comportamenti sessuali disadattivi.

Tuttavia, una rigida divisione tra trattamento farmacologico e non farmacologico non è il modo più efficace per trattare i pazienti con eiaculazione precoce.

Alcuni studi confermano infatti che la terapia combinata di dapoxetina e trattamento comportamentale psicosessuale è più efficace del solo trattamento farmacologico nel migliorare la latenza eiaculatoria intravaginale.

Analizzare la storia di vita del paziente e della coppia è un elemento imprescindibile per orientarsi nella scelta del trattamento più adeguato che spesso risulta essere quello combinato, per offrire ai pazienti cure olistiche ed efficaci.

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