Cosa si intende per normalità e devianza nella sessualità?

In linea di massima, si definiscono devianti tutti quei comportamenti che si distaccano da una “norma sociale” e deviazioni quei fenomeni che esulano da una “norma statistica”.

Possiamo applicare questi concetti al mondo della sessualità?

Ad oggi, la comunità scientifica e psicologica è concorde nel trattare con molta attenzione questi temi, poiché il rischio di incorrere in pregiudizi e stigmatizzazioni è molto alto.

Il concetto di “normalità sessuale” non è assoluto, ma assume significati differenti a seconda del contesto storico e culturale di riferimento.

Nel mondo occidentale, cambiamenti storici e culturali del secolo precedente hanno portato a modificare il concetto di sessualità intesa come “normale” e a considerare una serie di aspetti a cui probabilmente non era stata data adeguata attenzione.

Quindi, cominciamo con alcuni concetti di base!

1. Identità di genere e orientamento sessuale: di cosa stiamo parlando?

Si parla di identità di genere in riferimento ad un senso di appartenza che l’individuo ha del proprio genere: il sentirsi uomo, donna o transgender. In particolare, ci si riferisce al termine transgender o transessualità quando per un individuo l’identita’ di genere non corrisponde al sesso biologico (di nascita).

Si parla di orientamento sessuale, invece, in riferimento al sesso di coloro verso cui ci si sente attratti. L’orientamento sessuale si può suddividere in:

– eterossesualità: attrazione verso persone del sesso opposto

– omosessualità: attrazione verso persone del proprio sesso

– bisessualità: attrazione verso i membri di entrambi i sessi

Affine alla bisessualità, c’è la pansessualità, termine più inclusivo che coinvolge anche i transgender. In questo caso si vuole sottolineare l’importanza della personalità e del modo di essere della persona amata, non tanto il genere.

2. Identità di genere e orientamento sessuale: sono una scelta?

Chiedersi se l’orientamento sessuale o l’identità di genere siano o meno una scelta può essere fuorviante.

Ad oggi sappiamo che ci sono dei fattori genetici e ormonali molto importanti nella loro determinazione. Ma la domanda più complessa è se essi siano o meno influenzati socialmente, e se sì in che modo.

Alcuni autori concordano nell’affermare che l’orientamento sessuale non sia una scelta. Esso semplicemente si rivela ad un certo momento della propria vita.

Invece per quanto riguarda la definizione dell’identità di genere, la questione pare essere più complessa. Le caratteristiche del contesto sociale e culturale in cui si cresce possono influenzare il modo in cui ci si identifica come uomo, donna o nessuno dei due.

Di sicuro, le aspettative familiari o il contesto sociale e culturale possono avere un’influenza importante sul modo in cui ognuno potrà vivere le proprie esprienze e sul grado di serenità o conflittualità.

3. L’orientamento sessuale è stabile nel tempo?

Non c’è sicurezza a riguardo, ma diversi studi concordano ormai sul fatto che l’orientamento sessuale può essere fluido.

Per alcune persone, ad esempio, è necessario fare una serie di esperienze prima di comprendere appieno il proprio orientamento, solitamente durante l’adolescenza.

Nel 1948, in uno dei primi studi sulla sessualità in America, Kinsey ha osservato che molti uomini intervistati (il 37%) avevano avuto esperienze omosessuali nell’arco della vita, nonostante si ritenessero eterosessuali e avessero relazioni stabili con un partner dell’altro sesso.

In altri casi ancora, è possibile che in età adulta ci si accorga di provare un’interesse sentimentale verso una persona del proprio sesso, senza che prima di allora ci siano mai stati dubbi in tal senso.

Quindi una persona può considersi eterossesuale e non aver mai messo in discussione il proprio orientamento sessuale, ma ciò non pregiudica la possibilità che questo punto di vista possa cambiare nel tempo.

4. Poliamorismo e monogamia: come viviamo le nostre relazioni intime?

Le generazioni più giovani forse sono maggiormente abituate ad una sorta di confusione circa le relazioni, che spesso nascono e si concludono in tempi veloci, lasciando un pò di amaro in bocca o senso di spaesamento e confusione.

Ma cosa possiamo dire circa la forma delle relazioni?

Una relazione monogama e stabile nel tempo garantisce un senso di sicurezza e di stabilità molto forte, soprattutto quando i due partner hanno intenzione di progettare il proprio futuro insieme. Ma non tutti si sentono a proprio agio in questo tipo di relazione. Alcune persone possono provare insofferenza o fastidio all’idea di un impegno duraturo con un’unica persona.

Da circa una trentina d’anni è stato coniato il termine poliamore per descrivere quelle situazioni in cui una persona si sente libera di avere diversi partner sentimentali e sessuali, con il consenso esplicito di ognuno. Il poliamorismo viene descritto come una relazione che si contrappone a quella monogama. Chi desidera questo tipo di relazione afferma che sentimenti quali il senso di possesso o la gelosia sono esclusi, per lasciare spazio ad una maggiore libertà individuale.

Si tratta di una scelta individuale e consapevole, che asseconda delle inclinazioni personali peculiari.

Insomma, pare che il mondo della sessualità sia piuttosto variegato e che di standard esista ben poco. La nostra idea di normalità si modifica di volta in volta, in base a quello che scopriamo di noi stessi e degli altri.

Nel prossimo articolo esploreremo alcuni aspetti particolari riguardanti l’orientamento sessuale, come la demisessualità e l’asessualità.

Riferimenti bibliografici

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