Il ciclo mestruale è un evento fisiologico che interessa tutte le donne in età fertile.
Scandisce il ritmo della biologia femminile dal menarca (comparsa della prima mestruazione) alla menopausa e la regolare presenza del flusso mestruale è una spia fedele del benessere psico-fisico della donna.
Il ruolo del ciclo mestruale nel modulare le peculiarità dei comportamenti femminili, incluso quello sessuale, è determinato dalle periodiche variazioni dei livelli circolanti degli ormoni sessuali.
Vediamo come.
Il ciclo mestruale
Col primo giorno di mestruazione, si ha l’inizio della fase follicolare. Il flusso mestruale dura 5-6 giorni, periodo in cui l’endometrio di sfalda e le vene/arterie creano il flusso di sangue. Successivamente, nell’ovaia, avviene la crescita di un nuovo follicolo (vescicola contenente cellula uovo) e contemporaneamente si verifica una proliferazione dell’endometrio che diventa più spesso e si vascolarizza, grazie all’aumento di ormoni estrogeni.
Circa due settimane prima che inizi la successiva mestruazione, si ha l’ovulazione dovuta all’aumento di un ormone prodotto dall’ipofisi, l’ormone luteinizzante, che determina l’apertura di un follicolo e la liberazione dell’ovocita maturo.
L’ovulo viene rilasciato dall’ovaio nella vicina tuba dove rimane per circa 24 ore in attesa di essere fecondato. Ciò che resta del follicolo diviene un corpo luteo che inizia a produrre grandi quantità di progesterone.
Terminata l’ovulazione si entra nella seconda fase del ciclo, chiamata fase luteinica. L’endometrio, stimolato dal progesterone, raggiunge il suo massimo spessore e la sua completa maturazione per accogliere l’eventuale cellula uovo fecondata.
In assenza di fecondazione, il corpo luteo degenera, facendo abbassare bruscamente la concentrazione di progesterone ed estrogeni nel sangue, con conseguente sfaldamento dell’endometrio e la comparsa della mestruazione. Ciò porta all’inizio di un nuovo ciclo che si ripete ogni mese fino alla menopausa.
Aumento del desiderio
Vi sono appunto delle variazioni nell’attività e nell’interesse sessuale della donna a seconda della fase del ciclo mestruale in cui si trova.
Si è sempre ritenuto che il periodo caratterizzato da un maggior interesse per l’attività sessuale fosse quello periovulatorio (giorni che precedono o seguono l’ovulazione).
Queste considerazioni derivano perlopiù da studi evoluzionistici e dall’osservazione del comportamento animale; il periodo dell’ovulazione è infatti quello più favorevole alla fecondazione e quindi alla conservazione della specie.
Tuttavia nella specie umana il meccanismo è più complesso e non per tutte vale la stessa regola; vi sono, per esempio, alcuni studi che indicano il periodo perimestruale (giorni che precedono o seguono le mestruazioni) come quello caratterizzato da più elevati livelli di interesse sessuale.
La maggioranza degli studi in letteratura comunque concorda sul periodo periovulatorio come quello di massima espressione del desiderio sessuale.
In secondo luogo, sia gli androgeni che gli estrogeni svolgono un ruolo importante nell’eccitazione, motivazione ed attività sessuale femminile.
Nella maggior parte dei casi, un aumento degli androgeni come il testosterone favorisce l’eccitazione sessuale. Il testosterone a metà ciclo tende ad aumentare l’eccitazione sessuale, mentre ciò non avviene durante le fasi follicolari e luteali. Al contrario, concentrazioni più elevate di progesterone ed estradiolo sono associate ad un minore interesse sessuale.
È bene ricordare che il comportamento sessuale delle donne dipende non solo dal ciclo ormonale ma anche dalle aspettative rispetto alle possibili gravidanze e sicuramente anche da altri fattori cognitivi ed affettivi legati alla storia di vita individuale di ciascuna donna.
Diminuzione del desiderio
Le periodiche oscillazioni ormonali possono causare in fase premestruale manifestazioni che interessano gli stati emotivi della donna con sintomi quali irritabilità o fragilità, oltre ad una serie di dolori fisici che, per alcune, possono essere invalidanti.
Chi soffre di sintomi ciclici premestruali manifesta più frequentemente calo del desiderio, dispareunia superficiale e profonda (dolore durante il rapporto sessuale) con alterazioni del vissuto orgasmico conseguenti al ridotto stato di benessere generale e/o all’utilizzo di farmaci analgesici.
Un altro fattore legato alla possibile diminuzione dell’interesse sessuale riguarda l’utilizzo di contraccettivi ormonali, anche a basso dosaggio. L’assunzione della pillola contraccettiva per esempio può favorire, in donne predisposte, una riduzione significativa del desiderio, della lubrificazione vaginale e della percezione del piacere sessuale.
Molto spesso si tratta di un calo di breve durata causato appunto dalle variazioni ormonali dovute all’assunzione dei contraccettivi che ne vanno a modulare i livelli nel sangue.
Generalmente è una condizione soggettiva, molte donne testimoniano di non rilevare modificazioni, altre addirittura affermano di provare più interesse sessuale.
Resta importante scegliere il metodo contraccettivo più adatto alle proprie esigenze, saggiando diverse opzioni così come provando diversi prodotti della stessa categoria (ad esempio, non tutte le pillole contraccettive sono uguali tra di loro e di conseguenza cambia anche il loro effetto sul nostro corpo).
Non solo biologia…
Nel sesso femminile, i parametri extra-biologici assumono un ruolo importante.
La letteratura scientifica dimostra che la motivazione della donna ad avere un’esperienza sessuale è determinata spesso dalla ricerca di gratificazioni non strettamente sessuali, come il bisogno di intimità, di tenerezza, di apprezzamento; o ancora, da fattori come la volontà di mantenere la tranquillità nella coppia e nella famiglia, di evitare la collera o l’irritazione del partner o di rimanere incinta.
Nelle donne, sono soprattutto gli stimoli psichici (memorie e fantasie) ad essere i maggiori responsabili dell’avvio dell’attività sessuale.
Sebbene vi sia una base istintuale/evolutiva di partenza, il desiderio femminile ha origine da una moltitudine di fattori, dei quali quelli biologici legati al ciclo mestruale, sono solo una piccola parte.
Non bisogna infatti dimenticare che il desiderio di una donna va ben oltre il significato biologico, con una dominanza di aspetti emotivi e cognitivi in senso ludico e relazionale, che lo sganciano dalle fasi del ciclo mestruale e, influenzandosi reciprocamente tra loro, contribuiscono ad alimentare e modulare il desiderio stesso.
Bibliografia
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