Come creare e alimentare conflitti nella relazione di coppia
La comunicazione nella coppia è evidentemente un aspetto importante e fondamentale per una buona relazione. Attraverso la comunicazione verbale e non verbale possiamo trasmettere bisogni, richieste, opinioni, giudizi, richieste di supporto e aiuto. Nonostante questa attenzione però non è scontato riuscire ad evitare il conflitto; anzi, spesso sono proprio i presupposti e le credenze che abbiamo sulla relazione che ci possono indurre in errore.
Spesso infatti siamo spinti dalla convinzione che in una coppia la comunicazione sia un aspetto naturale e spontaneo; siamo convinti che dopo tanto tempo non ci sia necessità di osservazione e attenzione. Ma purtroppo la letteratura non è così d’accordo! Evidenzia infatti come la comunicazione sia spesso molto filtrata e adattata al fine di non offendere, ferire l’altro (o noi stessi) e ciò che succede è…che non ci capiamo.
Quello che vorrei affrontare in questa sede non sono tanto i modi per evitare il conflitto ma affrontare alcune modalità di avviarlo e mantenerlo, perché spesso non basta conoscere gli strumenti giusti ma a fare la differenza molte volte è la consapevolezza che ognuno ha delle proprie modalità.
Perché si creano i conflitti di coppia?
Frequentemente crediamo che più è affiatata una coppia e più stretto è il rapporto e migliore sia la comunicazione, ma in realtà sembra che non sia proprio così; spesso quando si è in una relazione molto intima la carica empatica reclama maggiore ascolto, gli aspetti di comprensione e il messaggio tendono ad avere sfumature più delicate, maggiormente orientate all’accoglienza dei bisogni dell’altro e al tentativo di non ferire. Di frequente siamo noi a ritenere un potenziale messaggio come offensivo o indelicato e ci limitiamo da soli, rendendo un messaggio a volte vago, ammorbidito e poco chiaro.
Pensate invece ad una relazione con uno sconosciuto, riusciamo quasi sempre a far comprendere meglio i nostri bisogni, il nostro punto di vista, a farci valere; ma è evidente che il rischio nel perdere quella relazione non ha la stessa portata emotiva del timore di perdere una relazione affettiva importante.
Come si alimentano i conflitti di coppia?
Una volta compreso che il conflitto si apre proprio nel tentativo di evitarlo, capiamo che ci troviamo in un campo minato; non vorremmo ferire, ma per non farlo aumentiamo la possibilità di incomprensione; nella confusione l’essere umano tende ad “interpolare” il messaggio, aggiungendo pezzi di contenuto mancanti o vaghi con pezzi interpretativi e personalizzati, e non sempre corrispondono a quello che l’interlocutore voleva realmente farci capire.
Quante volte abbiamo sentito dire “ah, niente” o “ma dai era una battuta” o discussioni in cui sembrava si volesse far emergere una possibile diversità di vedute, o una questione importante ma spinosa, ma che alla fine non ha portato al punto che ci si aspettava di raggiungere? Spesso nelle coppie per timore di offendere o ferire si ricorre a metodi che nascondono le reali intenzioni ma l’effetto è quello di aumentare l’incomprensione e, a volte, l’astio tra i due.
Iniziamo vedendo alcuni meccanismi, già citati, che possono portare una coppia alla crisi.
I 4 cavalieri dell’apocalisse
I coniugi Gottman, esperti di fama mondiale in tema di relazioni di coppia, hanno individuato 4 strategie comunicative spesso attuate nelle relazioni e che portano, con buona probabilità, ad un fallimento.
Queste modalità, come vedremo, emergono nel tentativo di non affrontare apertamente le questioni rilevanti per i singoli membri della coppia, servono per difendersi da attacchi, reali o temuti, che si avvertono quando la discussione si anima.
Queste strategie sono chiamate così per l’effetto devastante che possono avere e che hanno, se non riconosciute e affrontate, un certo effetto premonitore della qualità futura della relazione.
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Critica
Questa modalità comunicativa emerge quando si è ripetutamente evitato il confronto e l’emergere del proprio vissuto, cosa che ha portato a non affrontare le situazioni spiacevoli nel momento corretto.
Consiste nel rivolgere critiche pesanti, giudizi generali, all’Altro, riguardanti le qualità o le propensioni personali che emergono nella coppia, nel momento in cui l’astio è già a livelli elevati. Esempi sono “non mi aiuti mai” “fai sempre la cosa sbagliata” “sei un egoista”…questo atteggiamento riflette scarsa empatia, pongono una “etichetta” apparentemente non discutibile ed elimina ogni possibilità di comprensione e aumenta le tensioni nella coppia;
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Disprezzo
Emerge anche questo a seguito di una serie ripetuta di “silenzi” in cui non si sono fatti emergere per tempo alcuni “fastidi” o incomprensioni. Accade che uno dei membri della coppia agisca con supponenza e superiorità, con risatine, smorfie compiaciute, oppure facendo uso del sarcasmo o battutine “oh poverino… Stai male? Così anche stasera ti eviti di far i lavori”; questa modalità comunicativa mostra come l’altro scompaia nel nostro orizzonte affettivo, lo scopo diventa ferire e vendicarsi di torti subiti o immaginati; il disprezzo è devastante, non è più parte di una relazione affettiva, è quasi sadismo, e mina potentemente la relazione, è senza dubbio il cavaliere più pericoloso;
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Ritiro sulla difensiva
L’attacco è la miglior difesa, sembra pensare chi attua questo comportamento. Quando ci si sente attaccati si ricorre al contrattacco: uno dei due o entrambi si ritirano sulla difensiva assumendo il ruolo di vittima “faccio sempre tutto io, perché mi dici anche questo” oppure rimarcando le mancanze dell’altro “proprio tu parli? Quando avresti fatto tu questa cosa?”; Se uno dei due assume il ruolo della vittima mette l’altro nel ruolo del carnefice e quindi toglie la possibilità di difesa… O amplifica il contrattacco sotto forma di difesa.
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Ostruzionismo
Anche all’inizio della relazione, soprattutto quando nel passato si è appresa una modalità di tipo evitante, capita di sottrarsi alle discussioni per evitare di star male o di far troppo male; quando l’attivazione fisica è molto forte, l’agitazione e il battito cardiaco sono molto accelerati, uno degli stratagemmi adottati è quello del silenzio o della fuga, magari andandosene fisicamente dalla stanza o dalla casa; non solo non permette all’altro di esprimersi, ma mette un muro, esclude l’altro e interrompe qualsiasi via di comunicazione e, quindi, risoluzione del conflitto.
Non sempre si può evitare il conflitto, l’importante è riparare
In una relazione nessuno potrebbe pretendere che non ci sia ombra di conflitto e non sempre si riesce ad evitare l’uso di uno dei 4 cavalieri; emerge quindi l’importanza che i membri della coppia riescano ad esprimere comprensione ed empatia, sorridano e cerchino di trovare una riparazione o alleggeriscano la situazione con qualche battuta. Le coppie che riescono a introdurre comportamenti di questo tipo nella comunicazione hanno molta più probabilità di avere successo nella relazione.
Nelle coppie che funzionano ci saranno quindi anche molte interazioni positive; interazioni dove si riesce a risolvere il contrasto in breve tempo, dove non rimane spazio solo per la difesa o l’attacco. Secondo i coniugi Gottman, il rapporto tra interazioni positive e negative, dovrebbe essere di 5:1. Non disperate, anche se capitano discussioni accese dove emerge l’utilizzo dei 4 cavalieri; aumentare la qualità e la quantità di interazioni positive potrebbe aiutarvi a mantenere una relazione sana e felice.
Quelli sopra descritti sono solo alcuni modi per rovinare una relazione, ne vedremo altri nella seconda parte di questo articolo.
Riferimenti
Gottman, J.M., Gottman Schwartz, J. (2017). Dieci principi per una terapia di coppia efficace. Raffello Cortina Ed.
Beck, A.T. (1990). L’amore non basta. Astrolabio ed.
https://www.gottman.com/blog/category/column/the-four-horsemen/