Considerazioni utili ad approcciarsi con rispetto alle donne trans
“Gender is between your ears not between your legs” Chaz Bono
In questi giorni si è molto parlato di una frase della canzone “Le feste di Pablo” di Cara e Fedez: “Pablo sei un pacco, tipo tipa con la sorpresa”.
A cosa allude la frase? Al fatto che una donna trans abbia il pene, una “sorpresa” molto probabilmente indesiderata.
Ancora oggi fatichiamo a comprendere che è insensato parlare di corrispondenza tra generi e genitali: alcune donne possono avere la vagina, altre il pene, e la prova di ciò – ammesso che di prova ci sia bisogno – è l’esistenza stessa di donne che hanno peni e donne che hanno vagine.
Assumendo questo punto di vista, sorge spontaneo chiedersi in cosa consista la sorpresa a cui accenna la canzone. E, conseguentemente, perché si faccia ancora ironia sui genitali delle donne trans, sopratutto se messi in relazione all’attrazione sessuale e/o romantica di un* eventuale partner.
Nel rispondere a questa domanda, la psicologia non è stata, finora, particolarmente d’aiuto. La maggior parte delle ricerche esistenti su partner cisgender di persone trans si è concentrata sulle relazioni che preesistono la transizione e sull’adattamento dei/delle partner alla stessa.
Cosa dicono gli studi scientifici
Un altro filone di studi ha, invece, indagato la natura dell’attrazione provata da uomini cisgender verso donne trans con il pene, arrivando a dare un nome al “fenomeno”: ginandromorfofilia. L’obiettivo era chiarire quali fossero gli orientamenti sessuali dei soggetti degli studi, partendo dall’ipotesi, poi screditata, che potesse trattarsi di uomini gay.
Una ricerca più recente (2018) si è discostata dall’analisi di un “fenomeno particolare” che necessiterebbe di una spiegazione o, addirittura, di un’etichetta classificatoria. Rovesciando la prospettiva, la rilevanza è stata data ai seguenti interrogativi: “Perché alcune persone cisgender si dichiarano non attratte dalle donne trans, contrariamente al loro orientamento? Perché in molti casi tengono segreta la frequentazione di donne trans?”.
Il lavoro ha riscontrato che l’87% del campione, comprensivo di diversi orientamenti sessuali, non contemplava la possibilità di frequentare una persona trans. Le percentuali più elevate di esclusione riguardavano le donne trans.
Lo studio ha lanciato un avvertimento: per quanto ogni individuo abbia piena libertà di scegliere i/le propr* partner, non si può ignorare la misura in cui gli standard di bellezza, la cisnormatività e la transmisoginia sono radicati nella società.
Date queste premesse, passiamo in rassegna alcune considerazioni su come rendere il proprio approccio più rispettoso nei confronti delle donne trans. L’obiettivo è quello di opporsi alla retorica della “tipa con la sorpresa”, diffusa, in particolare, quando viene contemplata la possibile attrazione o l’inizio di una relazione con una donna trans.
La persona viene prima della sua transizione
Una donna trans, prima di essere trans, è una persona. Questa considerazione può suonare banale, ma fin troppo spesso assistiamo a una prevalenza dell’attributo (trans) sulla persona: è importante non dimenticare che l’identità si compone di molteplici dimensioni, al di là di quelle riconducibili al genere. Un esempio di ciò è dato dai casi in cui si parla di “una trans” invece che di “una donna trans”, dove l’aggettivo diventa il sostantivo. Alcune persone potrebbero sentirsi ferite da questa scelta di parole.
Pensiamo, poi, alle battute sui corpi delle donne trans: l’ironia sembra trascurare le possibili conseguenze, in termini emotivi, sulle persone a cui si rivolge. Non si parla di un oggetto, ma di un soggetto, con i propri sentimenti e la propria sensibilità.
Non tutto ruota intorno ai genitali
Gli individui trans, e le donne trans più frequentemente, sono spesso ipersessualizzate dallo sguardo cisgender, specialmente maschile.
Molte persone hanno difficoltà a frenare la propria curiosità sui loro genitali, e tendono a trascurare altri aspetti fondamentali delle loro identità, finendo per appiattirle a un’unica dimensione: quella sessuale.
Se è vero che esistono persone che provano attrazione per specifiche parti del corpo, è vero anche che, in genere, l’attrazione va ben al di là di quello che c’è tra le gambe di una persona. Non tutto ruota intorno ai genitali.
Ogni donna ha un corpo diverso
Così come difficilmente troveremo due donne cisgender con corpi identici, è utile tenere a mente che anche le donne trans hanno corpi diversi tra loro. L’aggettivo “trans” porta alla mente un immaginario specifico sui corpi, veicolato dalla scarsa visibilità di modelli alternativi. Dare per scontato che ogni donna trans vi rientri è riduttivo e fuorviante. Alcune donne possono avvicinarsi a questo modello, altre esserne distanti. Ciò che conta è rispettare il corpo che si ha davanti.
Essere attratt* da donne trans non modifica il proprio orientamento
Questo dubbio sembra particolarmente diffuso tra uomini cisgender eterosessuali, che temono di “diventare” gay, se trovano attraente una donna trans. Gli orientamenti omosessuale o bi/pansessuale sono categorie multi-determinate, ampie e diversificate. Ciò che rende una persona idonea a una di queste etichette è semplicemente l’identificazione con essa.
Se un uomo si identifica come eterosessuale ed è attratto da una donna trans, dov’è l’inghippo? Le donne trans sono donne, a prescindere dai loro genitali.
Conoscere lo stigma per associazione
Anche se a essere bersaglio di stigma e pregiudizi sono le persone trans, anche i/le loro partner cisgender possono sperimentare una forma di stigma, detta stigma per associazione. Da ciò può derivare non solo disagio psicologico individuale, ma anche ricadute sulla qualità del rapporto.
Di conseguenza, è stato ipotizzato che è a causa dello stigma per associazione che alcune persone possono evitare di scegliere donne trans come partner. In altri casi, invece, possono finire per frequentarle in segreto, temendo ripercussioni di vario genere.
Percepirsi come fonte di imbarazzo per il/la partner può minare la propria autostima, specie per le donne trans, continuamente esposte a delegittimazioni e screditamenti della propria identità, o, addirittura, della propria esistenza.
Queste considerazioni non sono sicuramente esaustive dell’argomento, ma consistono in spunti di riflessioni per un trattamento quanto più rispettoso e di non oggettificazione delle donne trans. L’invito finale è di ascoltare le voci e le esperienze delle protagoniste.
Bibliografia
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