In questi ultimi mesi si è sentito parlare molto del fatto che la chiusura forzata in casa ha messo a dura prova le coppie.
In Italia si è registrato un aumento delle crisi coniugali, in Cina di un boom dei divorzi.
Proviamo a vedere cos’è successo.
Uno sguardo generale
Diversi siti e servizi nazionali che si occupano di salute mentale hanno dichiarato di aver ricevuto un alto numero di richieste di aiuto, a causa delle crisi con il proprio partner.
Pare che dover condividere lo stesso spazio per 24h, non avere possibilità di movimento, unito alla generale preoccupazione (se non paura e angoscia) per la situazione saitaria generale, abbia aumentato le discussioni, incomprensioni e raffreddato la vita di coppia.
In alcune città, ad esempio a Roma, sono stati messi a disposizione dei sevizi di ascolto psicologico espressamente dedicati alle famiglie.
Inoltre, si sono moltiplicati i siti che offrono kit di strategie da adottare per gestire i momenti di difficoltà; dall’organizzazione ragionata degli spazi da condividere, allo stabilire i compiti che ognuno deve svolgere, fino a strategie di comunicazione efficace per prevenire i litigi.
Ma sicuramente la quarantena non ha portato solamente ansie e angosce.
Ci sono alcune famiglie che hanno colto questa situazione come un’opportunità per utilizzare in modo utile il tempo forzosamente a disposizione (Smyth e colleghi, 2020).
Ad esempio, hanno cercato modi creativi per stare insieme o hanno ripensato alle priorità della loro vita, circa la relazione con i figli o questioni lavorative.
La casa viene vissuta come uno spazio di sicurezza, sostegno e comfort.
Il sentimento di appartenenza alla propria famiglia e alla propria abitazione può mitigare le ansie e lo stress derivanti dalla situazione generale.
D’altro canto, come già visto prima, in altri casi le tensioni familiari si sono aggravate, laddove una vulnerabilità era già presente. L’obbligo di passare insieme del tempo prolungato ha agito come una pentola a pressione, esponendo crepe precedentemente nascoste nella relazione.
In questi casi, piccole irritazioni possono diventare importanti punti di pressione e far scoppiare nuovi litigi.
Insomma, tutti convertono su un punto: la convivenza fa emergere le criticità già presenti in precedenza e dà la possibilità di capire quanto si vuole investire in una relazione.
In fondo sappiamo tutti che imporsi delle buone pratiche può aiutare a rendere più gradevole una situazione, ma non può riparare una crisi che ha già radici profonde.
Un fenomeno globale
Lo stesso fenomeno è stato documentato in molti paesi, nel resto del mondo, in particolare in Cina, Stati Uniti, Australia, Canada ed Europa.
L’aumento, non inaspettato, di richieste di divorzio durante il periodo di quarantena, ha sollevato diverse problematiche di tipo sia psicologico sia legale.
Ad esempio, non sempre sono stati disponibili servizi di supporto e legali, motivo per cui le persone che cercavano di separarsi, spesso hanno dovuto continuare la convivenza, anche in presenza di figli.
Le sfide da affrontare.
Per i genitori
La sfida principale dei genitori contemporanei è stata sicuramente la gestione educativa e relazionale dei propri figli, laddove si era abituati a delegarla, almeno in parte, alla scuola.
Gestire le richieste, i capricci e le ansie dei minori è stata una vera e propria emergenza da affrontare.
Ma oltre alle famiglie “integre”, è necessario considerare anche (o soprattutto) quelle famiglie già separate o i cui membri hanno già iniziato una nuova relazione.
In questi casi, la capacità di collaborazione tra adulti, che hanno anche interessi differenti, è stata fondamentale per il mantenimento di un buon clima affettivo o per il suo degrado.
L’impossibiltà di vedere i propri figli o i propri cari per un tempo prolungato ha richiesto capacità di problem solving e di adattamento (ad esempio l’utilizzo di strumenti informatici).
Un altro aspetto, non irrilevante, è il tema della fiducia, laddove i figli di genitori separati sono stati collocati presso l’uno o l’altro domicilio, all’interno del quale vive già il nuovo partner.
Per i figli
I figli hanno vissuto le stesse difficoltà in modo speculare.
Vivere a casa di uno solo dei due genitori separati comporta necessariamente un aumento del carico relazionale, col rischio che il rapporto con l’altro genitore venga percepita come più blando o freddo.
Inoltre, per quanto l’uso di strumenti tecnologici possa sicuramente andare incontro ad una serie di bisogni, è ormai noto che la qualità della relazione “dal vivo” non è confrontabile con quella online.
Ad una conclusione simile, oltretutto, sono giunti anche i professionisiti che lavorano nei contesti educativi, che hanno più volte dichiarato i rischi legati alla didattica a distanza: scarsa attenzione, diminuzione del legame educativo, aumento del rischio di dispersione scolastica.
In che misura le preoccupazioni hanno inciso sulla qualità delle relazioni di coppia?
Un gruppo di ricercatori si è chiesto cosa esattamente possa preservare la stabilità della relazione e se questa dinamica è comune in diversi paesi (Balzarini e colleghi, 2020).
Attraverso uno studio multicentrico, svoltosi in diverse nazioni, si è osservato che la presenza di preoccupazioni legate alla situazione economica familiare, allo stress per l’isolamento sociale e alla paura per la situazione sanitaria hanno inciso nel peggiorare la qualità della relazione di coppia.
Ma allo stesso tempo lo studio ha individuato un importante fattore protettivo: la sensibilità del partner; in altre parole la sensazione o convinzione che il proprio compagno si prenderà cura della famiglia e che ci sia attenzione reciproca ai sentimenti.
Bibliografia
Smyth, B., Moloney, L., Brady, J., Harman, J. J., & Esler, M. (2020). COVID-19 and Separated Families.
Balzarini, R. N., Muise, A., Zoppolat, G., Di Bartolomeo, A., Rodrigues, D. L., Alonso-Ferres, M., … & Chi, P. (2020). Love in the Time of Covid: Perceived Partner Responsiveness Buffers People from Lower Relationship Quality Associated with Covid-Related Stressors.