La definizione di parafilia
È innanzitutto opportuno dare una definizione di questo termine che nel tempo ha assunto diversi significati.
Se nell’ottocento venivano identificate come “perversioni sessuali”, oggi hanno assunto un significato diverso anche grazie alla recente classificazione introdotta dal DSM 5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) che le distingue dai disturbi parafilici.
Per diagnosticare un disturbo parafilico è necessario che la parafilia causi o un forte disagio o compromissione nella vita quotidiana oppure che arrechi o rischi di arrecare danni a se stessi o agli altri.
Cos’è una parafilia
Secondo il DSM 5, la parafilia è un “qualsiasi intenso e persistente interesse sessuale diverso dall’interesse sessuale per la stimolazione genitale o i preliminari sessuali con partner umani fenotipicamente normali, fisicamente maturi e consenzienti.”
Nelle parafilie dunque l’eccitazione sessuale viene suscitata in modo ricorrente da oggetti insoliti o da attività sessuali inusuali.
Parafilie più comuni e definizioni
È difficile sapere con esattezza quanto le parafilie siano comuni poiché non sempre vengono dichiarate; soprattutto quelle con risvolti illegali oppure quelle vissute come una questione privata tra adulti consenzienti.
Di seguito un elenco delle più note.
Feticismo
Chi non ha mai sentito parlare del feticismo dei piedi, tanto per citarne uno? Si può dire di avere un feticismo quando l’eccitazione sessuale è raggiunta attraverso fantasie o comportamenti relativi all’uso di oggetti inanimati o attraverso l’interesse per una o più parti del corpo a carattere non genitale.
In uno studio del 2007 sono state condotte alcune statistiche grazie all’analisi di gruppi di discussione su internet che hanno coinvolto 150.000 membri con interessi feticistici; vediamo quali erano i più quotati.
Le parti del corpo coinvolte maggiormente erano i piedi e le dita dei piedi (47%), i fluidi corporei come sangue o urina (9%), seguiti da caratteristiche corporee come obesità, altezza, capelli, muscoli, tatuaggi ecc. Gli oggetti preferiti associati al corpo invece erano calze e gonne (33%), scarpe (32%) ed a seguire costumi interi, orologi, ecc. Altri oggetti comuni sono articoli di gomma, abbigliamento di pelle o altri capi di vestiario.
Masochismo e sadismo sessuale
Meglio conosciuti con il termine “sadomaso” con cui si indicano tutte quelle pratiche in cui viene inferta o subita una sofferenza fisica/psicologica per raggiungere l’eccitazione sessuale.
Come parafilia, il masochismo è definito da un’eccitazione sessuale manifestata attraverso fantasie o comportamenti derivanti dall’atto di essere umiliati, percossi, legati o fatti soffrire in altro modo mentre nel sadismo derivano dalla sofferenza fisica o psicologica di un’altra persona. Spesso sono accompagnati da un ampio uso di pornografia associata agli specifici interessi.
Esibizionismo
Per gli esibizionisti, l’eccitazione sessuale è data da fantasie o comportamenti derivanti dall’esporre i propri genitali a persone che non se lo aspettano e solitamente non ricercano alcun approccio fisico o sessuale con l’estraneo vittima di queste attenzioni.
Gli interessi esibizionistici sembrano appartenere prevalentemente al sesso maschile e possono comparire già nell’adolescenza. In genere le vittime preferite da chi mette in atto comportamenti esibizionistici sono donne ma spesso anche bambini ed adolescenti.
Voyeurismo
Per definizione il voyeurismo, che deriva dal termine francese “voyeur” cioè “guardone”; è un’attività che si pratica di nascosto, dunque è difficile conoscerne l’esatta incidenza. Ciò che conosciamo deriva da dati indiretti rilevati dalla denuncia di reati sessuali, tra cui risulta essere uno dei più comuni.
Le persone con questa parafilia raggiungono l’eccitazione sessuale tramite fantasie o comportamenti relativi all’osservare, a sua insaputa, una persona nuda o che si sta spogliando o che è intenta in attività sessuali. Si distingue dal troilismo in cui, per esempio, si osservano, con il loro consenso, persone che hanno rapporti sessuali.
È normale che durante l’adolescenza e la pubertà la curiosità e l’attività sessuale aumentino, dunque per mitigare il rischio di considerare patologici interessi e comportamenti sessuali nella norma in questo specifico periodo dello sviluppo, l’età minima per diagnosticare un disturbo voyeuristico è 18 anni.
Frotteurismo
Anche questo termine ha origine francese e deriva da “frotteur” cioè “colui che si strofina”.
Nel frotteurismo l’eccitazione sessuale si raggiunge tramite fantasie o comportamenti relativi al toccare o allo strofinarsi contro una persona non consenziente. Può quindi assumere carattere di molestia sessuale se i comportamenti vengono messi in atto con qualcuno che non lo desidera. Spesso accade in posti molto affollati come per esempio discoteche o autobus dove è più facile avere un contatto ravvicinato.
Si distingue dal frottage (sfregamento) che, invece, non è una parafilia ma una pratica sessuale comune; tale pratica spesso rientra nei preliminari e consiste nello sfregamento di parti del corpo, in particolare i genitali, sul corpo di un partner consenziente. Probabilmente è capitato a tutti di farlo senza però conoscerne il nome tecnico.
Pedofilia
Forse è la parafilia con la connotazione più negativa nell’immaginario comune poiché coinvolge i bambini.
I pedofili raggiungono l’eccitazione sessuale tramite fantasie o comportamenti che comportano un’attività sessuale con un bambino in età prepuberale, in genere sotto i 13 anni. Per parlare di disturbo pedofilico, per differenziarlo dal normale interesse sessuale per i coetanei durante lo sviluppo sessuale, l’individuo deve avere almeno 16 anni ed essere almeno 5 anni maggiore del bambino verso cui ha interesse sessuale.
Travestitismo
Alcuni individui si vestono come il sesso opposto (cross-dressing) occasionalmente o abitualmente. Ciò non comporta una parafilia che, per essere definita tale, deve implicare un’eccitazione sessuale manifestata attraverso fantasie o comportamenti derivanti appunto dall’indossare indumenti del sesso opposto. Il travestitismo è una prerogativa quasi del tutto maschile e la maggior parte degli uomini che lo pratica si considera eterosessuale. Inoltre nei maschi spesso è accompagnata da autoginefilia, cioè un’eccitazione sessuale nell’immaginarsi come una femmina.
In conclusione
Le parafilie appena elencate risultano essere tra le più comuni; tuttavia, date le difficoltà di individuazione e rilevazione delle stesse, è probabile che ve ne siano molte altre altrettanto diffuse; pur non avendo dati certi sulla prevalenza nella popolazione generale, gli studiosi ne hanno individuate ed identificate un numero considerevole che, a seconda degli elenchi che ne sono stati fatti, si aggira attorno i 300 e 500 tipi (ad esempio la zoofilia (animali), necrofilia (cadaveri), coprofilia (feci), ecc.)
Bibliografia
- APA (American Psychiatric Association) (2013), DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, it. a cura di M. Biondi, Cortina, Milano 2014.
- Dèttore, D. (2018), Trattato di psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale. Firenze: Giunti.
- How common are paraphilias? Reviewed by the medical professionals of the ISSM’s Communication CommitteeInternational. Society for Sexual Medicine: https://www.issm.info/sexual-health-qa/how-common-are-paraphilias/