Spesso, parlando di rapporti e di relazioni sentimentali, sentiamo dire che l’altro “non è più lo stesso” oppure che “non è pronto ad impegnarsi” o ancora “è rimasto un ragazzino”.

Cosa significano queste espressioni?

E’ piuttosto comune che in una coppia, dopo i primi mesi di innamoramento o dopo un periodo di stabilità, i due partner vivano momenti di difficoltà o di “disallineamento”. Ci si sente cambiati, a volte non è chiaro in che modo e si avverte un senso di lontananza e distacco.

Per capire di cosa si sta parlando e comprendere meglio cosa si intenda con “evoluzione del partner”, useremo le risposte di un gruppo di persone a cui è stato chiesto di definire questa espressione.

Cosa si intende per “evoluzione del partner”?

A questa domanda abbiamo ottenuto risposte differenti.

Alcuni ritengono che esso sia un’evoluzione del modo di vivere il rapporto di coppia; altri un generico cambiamento di uno dei due membri.

  1. L’evoluzione intesa come cambiamento individuale, che riguarda il singolo componente e che ha a che fare con dei bisogni personali (ambizioni di carriera o di maturazione rispetto ad aspetti di vita che coinvolgono il partner solo tangenzialmente). In questo caso il punto di vista di chi “rimane fermo” e non si sta evolvendo è accompagnato da un senso di frustrazione e preoccupazione a causa di un allontanamento.
  1. Evoluzione intesa come “responsabilità verso la coppia”, sia nel senso di una ufficializzazione e stabilizzazione del rapporto (come la scelta di una convivenza o di un matrimonio), sia nei confronti del contesto in cui vive la coppia (avere attenzione e cura del rapporto con i parenti e con gli amici). In questo caso viene vista come un “passo avanti” all’interno di un percorso, necessario per poter accedere ad una fase successiva. Qui, il disallineamento è vissuto come un’ostacolo alla crescita della coppia e può essere accompagnato da rabbia, sconforto o perdita di fiducia.
  1. Affine al precedente, ma con una sfumatura differente, è invece la prospettiva di chi intende l’evoluzione come l’emergere di bisogni emotivi nuovi, fino a prima poco noti o poco considerati. In questo caso uno dei due sente il bisogno di una comunicazione emotiva maggiormente approfondita e che si crei uno spazio di confronto e comprensione di natura differente.

E’ un problema?

Tutti gli intervistati concordano su un punto: questa fase di cambiamento può minare l’equilibrio della coppia, portando anche alla rottura.

Anche se non necessariamente vissuta come “crisi”, questa situazione può essere accompagnata da:

  • sentimenti di incomprensione
  • paura dell’abbandono e del distacco
  • timore di non essere in grado di affrontare qualcosa di nuovo. 
  • Possono emergere vissuti di rabbia e bisogno di colpevolizzare il partner.

Allo stesso tempo, tutti riconoscono che può essere un’occasione importante di crescita reciproca, laddove venga affrontata attraverso dei momenti di confronto e comprensione.

Entrambi i partner possono essere chiamati, in questo caso, a comprendere quanto la relazione abbia un valore primario all’interno del proprio percorso di vita; oppure quanto essa rivesta invece un ruolo secondario rispetto ad altri aspetti (ad esempio la carriera lavorativa).

E’ interessante notare che alcuni degli intervistati hanno individuato una valenza morale importante nella modalità con cui il partner affronta questa fase. Questo vale soprattutto per quelle persone che identificano nella costruzione della famiglia una struttura di senso primaria.

Le prospettive comuni

Un altro elemento che tutti hanno individuato come cruciale è la presenza di prospettive comuni esplicite.

La presenza o l’assenza di obiettivi di vita comuni, come il desiderio di sposarsi o di avere dei figli, viene percepito come un potente predittore del modo in cui si affronteranno le crisi.

Stadi della coppia ed evoluzione personale

In che modo alcuni autori hanno descritto i momenti di crisi legati ai cambiamenti nella coppia?

Dalla simbiosi alla differenziazione

Nelle prime fasi di vita della relazione, Bader e Pearson osservano due possibili momenti in cui può nascere un conflitto.

  • Inizialmente, durante la fase che viene chiamata dell’innamoramento (o “simbiotica”), entrambi i partner si sentono solitamente altamente coinvolti, idealizzano l’altro e vivono sentimenti di forte attrazione.

La discrepanza può verificarsi quando uno dei due percepisce mancanza di attenzioni o non trova riscontro al proprio innamoramento; questo può portare ad un generale senso di insicurezza che aumenta ulteriormente quando la coppia passa alla fase successiva, quella della “differenziazione”.

  • La fase della “differenziazione” viene descritta come quel momento in cui entrambi i partner ricominciano ad interessarsi in modo attivo al mondo circostante, composto da parenti, amici, lavoro o hobby di vario tipo. Non c’è più il desiderio di passare tutto il tempo libero insieme.

Forti tensioni possono verificarsi quando uno solo dei partner inizia ad allontanarsi per re-indirizzare le proprie energie verso il mondo esterno.

In queste fasi rientrano principalmente i casi del punto 1 descritto sopra o le divergenze legate all’esigenza di maggiore comunicazione affettiva.

Dal riavvicinamento all’Interdipendenza

  • In seguito alla fase di differenziazione, si passa a quel momento in cui entrambi i partner si sentono stabili e sicuri, il “riavvicinamento”. Lo stare insieme diventa una scelta, e vi è un supporto attivo dell’altro, in vari aspetti della sua vita.

Subentra il senso di responsabilità reciproco e si trovano dei modi efficaci per gestire i conflitti. Entrambi sentono di poter esprimere liberamente le proprie insicurezze.

  • Infine, emergerà il bisogno di entrambi di impegnarsi in qualcosa di esterno alla coppia, di unire le proprie energie nella costruzione di un progetto proiettato verso il mondo.

Qui rientrano quelle crisi dovute dovute alla mancanza di senso di responsabilità oppure alla mancanza di obiettivi futuri comuni.

Come si possono affrontare questi momenti?

In tutti questi casi, il terapista aiuta la coppia innanzitutto a ricostruire il proprio percorso di vita, per comprendere in quali momenti sono avvenuti degli allontanamenti. Agevola la comprensione dei bisogni e quindi dei comportamenti di entrambi, sia verso il partner sia verso l’esterno, lasciando che possano esprimere liberamente le proprie paure, preoccupazioni o aspettative circa la vita futura.

Bader, E., & Pearson, P. (1983). The developmental stages of couplehood. Transactional Analysis Journal13(1), 28-32.

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