È tra le domande più gettonate all’inizio di ogni nuova frequentazione: è “solo” sesso, oppure qualcosa di più? Ma sarebbe più corretto forse porsi un’altra domanda: ha senso parlare di una simile differenza?

Vi siete conosciut*, vi siete sentit* attratt*, e ora state intraprendendo una conoscenza che è sfociata in una relazione fisica: le parole hanno lasciato posto ai corpi, e l’intimità della carne ha preso il sopravvento.

Il sesso è fantastico, c’è una grande intesa, e nella maggioranza dei casi sorge spontanea una domanda: quello che sta accadendo è sesso o è amore?

Provocatoriamente, diciamo che forse non è questa la domanda giusta.

O meglio: le domande giuste sarebbero diverse, eppure nessuna è collegata a quella più gettonata.

Ma per quale motivo?

Scopriamolo insieme.

Sesso o amore: la libertà e l’incertezza

Tutta l’epoca post-moderna – e in realtà anche prima – è stata sempre guidata da una atavica spinta nel differenziare il sesso dall’amore in modo chiaro; quasi contrattuale.

Mentre infatti questa tendenza alla differenziazione è comunque sempre stata in un certo senso presente (i tradimenti, si sa, sono sempre avvenuti, ma la struttura del matrimonio un secolo fa era certamente più rigida), ad oggi è divenuta una preoccupazione a monte, quasi una necessità di chiarezza in merito ai sentimenti dell’altro.

Perché?

Sicuramente, la liquidità e la fluidità delle relazioni, così come il cambiamento delle condizioni socioeconomiche hanno fortemente inciso sul nostro modo di vivere i rapporti: oggi non si sceglie più il proprio partner per “dovere” e tutto viene vissuto con maggior libertà e meno vincoli rispetto al passato.

Ne consegue un’incertezza nei confronti dell’altr*, di cui non è possibile prevedere i comportamenti o le intenzioni; l’altra faccia della medaglia della libertà.

Eppure, la seconda domanda che possiamo porci è: questa necessità di distinguere tra sesso e amore cosa dice di me e del mio rapporto con l’altr*?

Sesso o amore: i modi della carne e della progettualità

Gli esseri umani hanno un proprio modo di essere e di rapportarsi all’accadere dell’esistenza; ognun* ha quella che viene comunemente definita una propria “visione della vita”, che comporta anche un proprio personale pensiero in termini di relazioni affettive. E questo pensiero può evolversi e cambiare nel corso del tempo: va da sé che a seconda della nostra posizione esistenziale, in un dato momento x potremo essere ad esempio più o meno dispost* ad intraprendere una relazione duratura, oppure delle brevi avventure.

Inoltre, questa nostra disposizione ha anche molto a che fare con il modo in cui si vive la sessualità, l’affettività e la relazione con l’altr*. Sono una persona in grado di provare attrazione sessuale a prescindere dalla presenza di un legame emotivo? Oppure ho bisogno di una certa vicinanza ed intimità per potermi scoprire allo sguardo dell’altr*? Sono una persona che riesce a vedere un’opportunità di piacere in diverse occasioni, o sono più selettiv*? Ho sempre vissuto la sessualità e l’affettività nello stesso modo, oppure ho attraversato diverse fasi?

Da queste due riflessioni ne consegue che i nostri modi di stare con l’altr* derivano da molteplici fattori, che tuttavia possiamo dividere, semplificando molto, in due macro categorie: i modi della carne, per cui io ho naturalmente e spontaneamente dei modi specifici di stare con l’altr* sia in termini sessuali che affettivi; e i modi della progettualità, per cui la mia posizione esistenziale, i miei valori, i miei progetti futuri in un dato momento di vita influenzeranno inevitabilmente il mio rapportarmi al sesso e all’amore – o meglio, all’affettività.

Ecco perché, forse, la domanda che ci siamo posti in partenza non ha poi così tanto senso: essa infatti divide il vissuto emotivo e fisico di ciascun* di noi in bianco o nero, senza alcuna scala di grigio. A volte posso provare un sentimento intenso nei confronti dell’altr* e vivere una fantastica sessualità, ma a malincuore non intraprendere una relazione per i più svariati e personalissimi motivi.

Cosa avrebbe quindi senso chiedersi, quando ormai spontaneamente, culturalmente e pre-riflessivamente mi sorge spontanea la domanda: “è sesso, oppure amore?”?

Sesso o amore: cosa fare per capirci di più

Abbiamo visto come la questione sia più complessa della semplice divisione tra “sesso” e “amore”; ma questo non significa che non sia possibile fare un po’ di chiarezza nelle nostre vite e nelle nostre relazioni.

Cosa fare quindi per mettere maggiormente a fuoco una situazione relazionale in cui non è più chiara la situazione e non si sa cosa pensa l’altr* nei nostri confronti?

Ecco di seguito un breve elenco di azioni e riflessioni che potranno aiutarti a capirci un po’ di più:

  • Innanzitutto, è fondamentale avere in primis noi le idee chiare: cosa cerchiamo in questo momento della nostra vita? Qualcosa di prospettico? Semplice divertimento? Siamo dispost* ad aprirci alla possibilità di qualcosa di inaspettato? Provate a porvi queste domande e a rispondere di getto, senza pensarci troppo.
  • Capire i nostri modi di emozionarci e di stare con l’altr* può sicuramente esserci utile, perché ci consente di prendere scelte autentiche da un punto di vista sessuale ed affettivo. Ad esempio, se siamo persone più o meno attente all’altr*; se siamo più riservat* o più estrovers*; più inclin* ad andare incontro al/alla nostr* partner oppure più indipendenti. In questo senso, soprattutto in una fase adolescenziale, un percorso di psicoterapia o di educazione sessuale ed affettiva può aiutare a scoprirsi e conoscersi di più.
  • Una volta messi a fuoco questi elementi, fondamentale è il dialogo, a prescindere dalla tipologia di rapporto in cui ci troviamo: che sia infatti una relazione solamente fisica o anche emotiva, o di breve o lunga durata,assicurarsi dei vissuti e dei desideri dell’altra persona è fondamentale. Lasciare tutto all’indeterminatezza e alle supposizioni infatti è il primo terreno fertile per i fraintendimenti. Ricorda: il consenso non riguarda solo ed esclusivamente l’ambito sessuale!
  • Connesso al punto precedente è anche il non aver paura di parlare dei propri desideri, pensieri, progetti o anche, perché no, mancanza di tali: l’onestà è sempre fondamentale, e se da un lato permetterà di fugare dubbi ed incertezze, dall’altro consentirà di intraprendere scelte autentiche e consapevoli.
  • Infine, qualora non si sappia cosa si vuole, il consiglio è di viversi le esperienze senza eccessive ansie; l’esperienza ci interpella sempre, e ci consente nel tempo di capire se quello che stiamo vivendo è “semplice sesso” o qualcosa di più.

Se senti di aver bisogno di chiarire una situazione affettiva e sessuale, contattami a Verona o a Brescia o cerca uno psicoterapeuta nella tua città.

Bibliografia, sitografia e utili approndimenti

Zygmunt Bauman, “Amore liquido”. 2006, Ed. Economica Laterza