Ti capita di essere distaccato nella coppia e non capisci perché? Hai paura dell’abbandono anche quando il partner ti da conferme? Il tuo partner oscilla continuamente tra l’amarti e l’odiarti? In questo articolo scoprirai perché.
Diversi studi hanno evidenziato come lo stile di attaccamento individuale, ossia il modo con cui costruiamo la relazione con i nostri genitori nella prima infanzia, sia tra i fattori influenzanti nella scelta del partner. L’articolo descrive brevemente il concetto di attaccamento, che non è da interpretare come un test della personalità o una diagnosi, ma come una delle caratteristiche del comportamento che è stato possibile osservare, studiare e da cui ricavare delle conclusioni rispetto al sempre affascinante tema delle relazioni tra esseri umani.
Secondo molte ricerche, la persona manifesta una predisposizione innata a sviluppare i legami con le figure di riferimento, inizialmente con le figure primarie, ossia le persone che si prendono cura del bambino durante l’infanzia, e in seguito con legami a forte coinvolgimento emotivo.
Le relazioni di attaccamento iniziano ad avere un’organizzazione già nel primo anno di vita e si formano secondo le risposte che le figure di accudimento danno ai bisogni del piccolo. Queste rispondono ai bisogni primari di sicurezza e di protezione dai pericoli, di contatto fisico e di nutrimento. Bowlbi, noto psicologo, medico e psicanalista britannico, padre fondatore della teoria dell’attaccamento, definì queste organizzazioni come le rappresentazioni interne di se stessi, dell’altro, del mondo e delle relazioni che li legano.
L’attaccamento è un sistema motivazionale innato, con l’obbiettivo di mantenere l’equilibrio tra le situazioni interne di sicurezza e quelle esterne appartenenti all’ambiente.
La formazione di queste rappresentazioni saranno poi utili alla persona per costruire la visione che lei avrà di sé, dell’altro e del mondo, e rimangono relativamente stabili poi durante lo sviluppo. Tali organizzazioni generano nelle persone sentimenti che sono complementari ai bisogni. Ad esempio, se il bambino riceve protezione dai pericoli, sviluppa il senso di sicurezza; se riceve la gratificazione dei bisogni alimentari e corporei, fa esperienza di piacere e di gratificazione.
Le rappresentazioni interne delle primissime relazioni che si costruiscono in infanzia, strutturate come relazioni fortemente emozionali, sono riattivate in età adulta nelle relazioni ad alto coinvolgimento emotivo, inclusa quella col partner sessuale (Hazan & Shaver, 1987).
Le componenti che vedono l’amore di coppia come il legame di attaccamento che ricalca quello vissuto in infanzia sono:
- la necessità di mantenere un contatto, che nella coppia include anche la sessualità;
- la percezione del partner come un rifugio sicuro in cui trovare rassicurazione e conforto;
- la protesta per la separazione;
- la percezione di lui/lei come base sicura e disponibile in caso di necessità.
Lo stile di attaccamento non classifica le persone in migliori o peggiori, ma permette di fare alcune riflessioni sulla natura dell’attaccamento della coppia. Non esiste una completa indipendenza dall’altro, si tratta piuttosto di dipendenza efficace o inefficace, considerando la buona riuscita della relazione di coppia come la capacità di riuscire a impegnarsi in relazioni di dipendenza reciproca. Da questo capiamo come, a seconda dello stile di attaccamento che abbiamo, cercheremo persone di un tipo o di un altro, che si “incastrino” più o meno bene con il nostro stile di attaccamento.
Gli stili di attaccamento che si ritrovano nella relazione di coppia sono:
- Attaccamento Sicuro
- Attaccamento Evitante
- Attaccamento Ansioso/Ambivalente
- Attaccamento Disorganizzato
- Una persona con uno stile di attaccamento sicuro cercherà un partner che sarà in grado di rispondere adeguatamente ai suoi bisogni emotivi, costruendo un legame basato su disponibilità e scambio reciproco di attenzioni e cure, insieme alla capacità di negoziare e di essere autonomi, non teme di essere abbandonata, mostra fiducia in se stessa e nelle situazioni sociali. Di fronte a conflitti e discussioni, ad esempio, si impegna e si mette in gioco per trovare una soluzione che porti verso il benessere di entrambi.
- Una persona con uno stile di attaccamento evitante mantiene la distanza ottimale per evitare un coinvolgimento emotivo, non ha fiducia negli altri e non teme di essere abbandonata; mette in atto strategie di disattivazione del coinvolgimento, basate sul distanziamento e sul ritiro. Evita i confronti, classifica i conflitti come non importanti, se ne va, non esprime ciò che pensa realmente, non si mette in gioco.
- Una persona con uno stile attaccamento ansioso/ambivalente cercherà molto il contatto e la vicinanza, teme di essere abbandonata e ha un’opinione negativa di sé e degli altri. Ne consegue che le persone «insicure» che avvertono un forte bisogno di vicinanza con il proprio partner mettono in atto strategie di iperattivazione, caratterizzate da ipervigilanza e continua espressione di paure, bisogni e dubbi. Sono persone tendenzialmente preoccupate, anche quando sembra andare tutto bene; possono esserci vissuti di gelosia, paura di essere abbandonati, tendenza a controllare l’altro e a non fidarsi.
- Una persona con uno stile di attaccamento disorganizzato, mette in atto nella relazione di coppia meccanismi difensivi al limite tra illusione e realtà, in riferimento ad un proprio comportamento inadeguato, manifesta stili affettivi contradditori e distruttivi. Sono persone che utilizzano modalità contradditorie per dimostrare che tengono alla relazione, dimostrative, talvolta anche minacciose.
Dai primi legami al legame di coppia
Nella coppia i due partner si possono appartenere tra loro nella misura in cui hanno vissuto le emozioni verso la famiglia d’origine in un contesto di sicurezza, favorendo così una separazione serena da essa. Se questo non avviene, i bisogni rimasti inappagati vengono ricercati nella relazione con il partner. Il partner può favorire, a volte, una nuova e più sicura esperienza di attaccamento o, più probabilmente, può confermare ulteriormente la mancanza vissuta in infanzia. Dunque, appartenenza e separazione evolvono insieme, per passare da uno stile di attaccamento meno sicuro a uno più sicuro, è necessario aver risolto bene quello precedente.
La terapia individuale aiuta a fare esperienza di un legame di attaccamento sicuro, che si può poi riproporre nelle relazioni esterne. La terapia di coppia, invece, favorisce la comprensione e la comunicazione tra i due partner, considerando le diverse rappresentazioni interne, favorendo il senso di sicurezza, e, dove possibile, il superamento dei conflitti e il riconoscimento dei bisogni individuali inascoltati.
Approfondimenti
- Bowlby, J. (1988). A Secure Base: Parent-child Attachment and Health Human Development. New York: Basic Books. Tr. It. Una base sicura. Milano: Raffaello Cortina Editore, 1989.
- Hazan, C., e Shaver, P.R. (1987). Romantic love conceptualized as an attachment process. Journal of Personality and Social Psychology, 28(3) 511-524. Tr. It. L’amore di coppia inteso come processo di attaccamento. In L. Carli (a cura di), Attaccamento e rapporto di coppia (pp. 91-126). Milano: Raffaello Cortina Editore, 1995.
- Scione, G., & Argenta, R. Attaccamento, intimità e sessualità nella relazione di coppia. il caduceo, Vol. 14 n. 1- 2012.
- Winnicott, D. (1965). La distorsione dell’io in rapporto al vero e falso Sé. In Sviluppo affettivo e ambiente. Roma, Armando, 1974.