Il calo del desiderio è in grado di minare l’equilibrio della coppia e la soddisfazione per la vita sessuale. In questo articolo troverai alcune indicazioni sia per individuare che per superare la riduzione dell’interesse sessuale.

Che cosa è il calo del desiderio sessuale?

Il calo del desiderio consiste nella riduzione dell’interesse sessuale e può riguardare sia l’uomo che la donna. Le ripercussioni negative riguardano l’insoddisfazione per la propria vita intima e un possibile impatto, qualora si sia in coppia, sulla qualità della vita con il partner.

La diminuzione dell’interesse per il sesso può riguardare anche le attività che rientrano nell’autoerotismo. In questo caso sono presenti scarsa motivazione a ricercare stimolazioni e a intraprendere iniziative di natura sessuale.

Il desiderio sessuale non si mantiene costante nel corso della vita e può risentire di una serie di fattori, tra cui l’ansia e lo stress. È però importante poter avere informazioni che consentano di riconoscere le condizioni in cui è opportuno ricorrere all’aiuto di un professionista.

Quando è possibile diagnosticare un disturbo del desiderio sessuale?

Alcune indicazioni sulle condizioni patologiche di calo del desiderio possono essere ricavate dalla lettura del DSM 5, il manuale diagnostico-statistico dell’American Psychiatric Association (2013). Il manuale stabilisce che, al pari delle altre disfunzioni sessuali, anche il calo del desiderio assume carattere patologico se si registra per almeno sei mesi e se causa un distress significativo alla persona. I sintomi, però, non devono essere ricondotti ad altri disturbi psichici, all’assunzione di sostanze, ad altre condizioni mediche. In aggiunta, è importante però stabilire che ruolo giocano livelli elevati di stress o una relazione di coppia eccessivamente conflittuale. Nel rispetto delle condizioni appena indicate, quindi, il DSM 5 introduce due diverse diagnosi che descrivono le condizioni di calo del desiderio patologiche: il disturbo del desiderio sessuale maschile ipoattivo e il disturbo del desiderio e dell’eccitazione femminile.

In entrambi i casi, il sintomo principale è rappresentato dall’assenza o dalla presenza minima di pensieri e fantasie sessuali e desiderio di avere dei rapporti. Nelle donne, in aggiunta, può esserci riduzione o assenza di piacere a seguito di attività sessuale. Il DSM 5 ha quindi incluso in una medesima categoria diagnostica sia i disturbi a carico del desiderio che quelli relativi all’eccitazione.

Sia per gli uomini che per le donne, poi, il disturbo può essere permanente o acquisito, situazionale o generalizzato. Si parla di condizioni di permanenza nei casi in cui l’assenza o il ridotto desiderio hanno caratterizzato la vita sessuale della persona sin dagli esordi. La condizione, invece, si definisce acquisita se compare dopo un periodo di normale attività sessuale. Il disturbo generalizzato si manifesta in tutte le condizioni e con tutti i partner. Invece si parla di una condizione situazionale laddove il ridotto o assente desiderio sono legati a specifiche situazioni o partner.

Quali sono le principali cause del calo del desiderio?

I disturbi del desiderio sono legati a fattori differenti. Nel caso del disturbo del desiderio sessuale maschile ipoattivo possono essere individuate cause di natura medico/farmacologica e/o psicologica. Per esempio, malattie endocrine, uso di farmaci e/o di sostanze, condizioni di ansia e depressione, problemi comunicativi con il partner, esperienze sessuali pregresse negative, scarsa autostima. Rilevante è anche il fatto che i livelli di testosterone tendono a ridursi con l’aumentare dell’età, motivo per cui si può registrare un progressivo calo del desiderio.

L’età gioca un ruolo anche nel caso del disturbo del desiderio della donna, con una fisiologica riduzione del desiderio o dell’eccitazione che si accompagna alle fasi di vita più mature. Anche nella popolazione femminile, inoltre, giocano un ruolo i fattori di carattere medico: oltre ad essere stata dimostrata una predisposizione genetica al disturbo, il calo del desiderio nelle donne si accompagna spesso a condizioni quali il diabete mellito e disfunzioni della tiroide. Ugualmente rilevanti, inoltre, i fattori psicologici quali una scarsa autostima o la presenza di ansia e depressione. L’impatto di queste problematiche è spesso amplificato dall’aver ricevuto un’educazione sessuale rigida e da una relazione con il partner conflittuale e non improntata ai principi di una buona comunicazione. Infine, anche vissuti di tristezza possono correlarsi a un calo del desiderio sessuale

Calo del desiderio. Quali soluzioni?

La multifattorialità delle cause del disturbo del desiderio richiede un percorso diagnostico accurato. Diventa quindi fondamentale rivolgersi a professionisti con una solida preparazione nel campo della psicologia e della sessuologia.

Il percorso di presa in carico per il disturbo del desiderio sessuale maschile ipoattivo può prevedere l’integrazione di trattamenti farmacologici e di terapia sessuologica, con o senza il coinvolgimento del partner. Rispetto ai farmaci, viene in genere consigliato l’utilizzo di farmaci funzionali a ripristinare livelli normali di testosterone. In terapia sessuologica, invece, possono essere trattati eventuali vissuti conflittuali della coppia Anche eventuali problematiche individuali che possono avere un impatto sul desiderio di avere dei rapporti sessuali sono oggetto della terapia.

Psicoterapia e consulenza sessuologica possono avere un impatto positivo anche rispetto al disturbo del desiderio e dell’eccitazione femminile. Per esempio per potenziare l’autostima, la propriocezione e la consapevolezza psicocorporea. Anche per le pazienti di genere femminile può essere opportuno raccomandare percorsi di trattamento integrati. Oltre alla presa in carico di eventuali condizioni mediche, infatti, può essere importante proporre dei percorsi di terapia psicosessuale individuale e di coppia con possibilità di approfondire tematiche biografiche individuali nell’ambito di una psicoterapia. Sono questi i contesti di trattamento in cui vengono fornite informazioni, erogati interventi psicoeducativi e rielaborati possibili esperienze relazionali e sessuali negative.

Per concludere è bene ricordare che i disturbi del desiderio, al pari di altre problematiche, possono risolversi in maniera positiva attraverso una presa in carico precoce. Prima ci si rivolge a un professionista e più rapida sarà la risoluzione della problematica.

Riferimenti bibliografici

  • American Psychiatric Association (2007). APA Dictionary of Psychology. Consultato su https://dictionary.apa.org/hypoactive-sexual-desire-disorder
  • American Psychiatric Association (2007). APA Dictionary of Psychology. Consultato su https://dictionary.apa.org/female-sexual-dysfunction
  • American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Arlington, VA: American Psychiatric Publishing.
  • Kingsberg, S. A., & Rezaee, R. L. (2013). Hypoactive sexual desire in women. Menopause, 20(12), 1284-1300.
  • Parish, S. J., & Hahn, S. R. (2016). Hypoactive sexual desire disorder: a review of epidemiology, biopsychology, diagnosis, and treatment. Sexual medicine reviews, 4(2), 103-120.