Per le persone LGBT+ l’espressione coming out è molto familiare. Con essa si intende l’atto volontario di rivelare il proprio orientamento sessuale e/o romantico, o un altro aspetto della propria identità sessuale. “Con avanzamenti, battute d’arresto e regressioni, il coming out è un processo sempre in corso”[1]. Infatti, le persone LGBTQ+ vengono continuamente messe di fronte alla scelta di rivelarsi o meno, con un costo psicologico non indifferente: la paura di deludere o di ricevere reazioni ostili ha un peso significativo nella decisione. Ogni volta che si presentano un nuovo contesto o rapporto, viene fatta una valutazione di rischi e benefici: la persona si assume la responsabilità delle conseguenze, positive o negative che siano.

Tra i benefici, il coming out rafforza e favorisce l’autenticità delle relazioni, comprese quelle con un*, o più, partner. Non sempre, però, le persone sono aperte sul loro orientamento quando iniziano a frequentare qualcun*.

Perché alcune persone non fanno coming out?

L’orientamento sessuale e/o romantico è una dimensione nucleare della persona. Quando non è eterosessuale, può essere oggetto di stigma sociale. La nostra società, infatti, è innegabilmente eterocentrica ed eteronormata: ciò significa che l’eterosessualità viene considerata, a livello socio-culturale, l’unico orientamento legittimo, una norma (e normalità) che genera pregiudizio verso tutto ciò che da essa si allontana.

A causa di ciò, il coming out non sempre è qualcosa di semplice da fare: può determinare conseguenze che la persona può non essere disposta ad affrontare, o non essere in grado di gestire. In alcuni casi, infatti, viene posticipato o limitato solo a specifici contesti o relazioni. Per esempio, a lavoro può accadere di evitarlo per timore di licenziamento o discriminazione; nello sport per evitare l’esclusione da parte di compagn* di squadra; e come queste, esistono molte altre motivazioni.

Quali sono le possibili conseguenze negative?

Avere un* partner che non è apert* sul proprio orientamento può pesare negativamente sulla relazione, soprattutto quando si è già fatto coming out. Se questo è ciò che ti sta accadendo, il fatto di vivere in modo così diverso le identità e il rapporto può essere difficile da comprendere e accettare, e causare alcuni sentimenti negativi. Tra le conseguenze potrebbe esserci anche una ridotta intimità emotiva: non avere la possibilità di vivere la relazione in contesti diversi (familiare, amicale etc) può limitare le vostre esperienze e la possibilità di condivisione. Inoltre, potrebbe essere difficile immaginare un futuro insieme, limitando i progetti e le prospettive.

Qual è la soluzione?

Nonostante queste possibili implicazioni, la soluzione non dovrebbe consistere nel forzare il/la tu* partner a rivelare il suo orientamento e l’esistenza del vostro rapporto.

La decisione è soggettiva e condizionata da diversi fattori; pertanto, ogni persona dovrebbe avere pieno potere su modalità e tempistiche del coming out.

Costringere il/la tu* partner a farlo può esporl* a rischi e sofferenza su più livelli: psicologico, relazionale e di sicurezza personale. Il coming out è un processo che ogni persona dovrebbe poter avviare dopo aver maturato un’integrazione identitaria e le risorse necessarie a far fronte alle sue possibili conseguenze.

Invece di forzare il/la tu* partner, potresti trarre beneficio da un dialogo continuo, aperto e onesto su desideri, bisogni e limiti legati al suo orientamento e alla vostra relazione. In questo modo, potresti avvicinarti a una migliore comprensione del modo in cui il/la tu* partner vive il proprio orientamento, e delle aspettative sulla vostra relazione.

Alcune tra le domande da porre per avviare il dialogo potrebbero essere:

  • Chi è a conoscenza del tuo orientamento? Chi può venirne a conoscenza?
  • Con chi possiamo parlare della nostra relazione?
  • Come dovremmo presentarci l’un* l’altr* con le nostre famiglie e amicizie?
  • Come possiamo comportarci in pubblico?
  • Quali sono i nostri obiettivi in questo rapporto?

Oltre alle domande per iniziare uno scambio aperto, potresti trovare utili anche i seguenti suggerimenti

  • Riconosci che il segreto non sei tu, ma il suo orientamento

 Il motivo per cui l’orientamento del/della tu* partner è tenuto segreto non sei tu. Tienilo sempre a mente, soprattutto se provi senso di colpa o vergogna: la decisione è molto più complessa, e va al di là della vostra relazione. 

  • Poniti in una posizione d’ascolto

 Per quanto distante dalle tue convinzioni ed emozioni, cerca di capire che il/la tu* partner vive quotidianamente un conflitto. Una posizione di ascolto e di supporto potrebbe aiutarti a comprenderl*, rafforzare il rapporto e guidarvi verso i passi successivi da compiere.

  • Non fare outing

Anche se ti senti frustrat* o impaziente, fare outing (ovvero rivelare l’orientamento altrui senza consenso) non è un’opzione da considerare. Rispettare il/la tu* partner significa rispettare il suo processo. L’outing potrebbe, invece, metterl* in pericolo, o farl* sentire fortemente espost*.

  • Valida ogni passo compiuto verso il coming out

 Quando il/la tu* partner fa un passo verso il coming out, non importa quanto piccolo, riconoscine il valore e celebrate insieme il progresso. Questi avanzamenti potrebbero avvicinarvi a poco a poco a rendere pubblica la relazione.

  • Prenditi cura di te stess*

Rispettare te stess* significa porsi domande, esplorare le proprie emozioni individualmente e attraverso il dialogo. Potresti avvicinarti, così, alla comprensione di ciò che senti, per poter poi agire di conseguenza. Alcune domande da farti potrebbero essere:

  • Mi sento a mio agio a tenere segreta questa relazione?
  • Per quanto tempo sono dispost* a nascondere questo rapporto?
  • Cosa provo, sapendo di essere un segreto?
  • Ricorda che la tua relazione esiste e vale, anche se il mondo esterno non la riconosce

 Una relazione non è legittima solo se è riconosciuta da altr*. A determinare il fatto che sia o meno significativa, sono solo le persone coinvolte.

  • Considera la possibilità di ricevere un supporto professionale

Se il/la tu* partner ti chiede un aiuto più strutturato, puoi indirizzarl* a un supporto psicologico competente sulle tematiche LGBTQ+. Non devi essere la sola persona a farsi carico del suo segreto ed eventuale malessere. Il supporto professionale di un sessuologo potrebbe alleggerire te, tanto quanto il/la tu* partner, portando anche benefici alla vostra relazione.

Bibliografia:

Mohr, J. J., & Daly, C. A. (2008). Sexual minority stress and changes in relationship quality in same-sex couples. Journal of Social and Personal Relationships, 25(6), 989-1007.

Knoble, N. B., & Linville, D. (2012). Outness and relationship satisfaction in same‐gender couples. Journal of Marital and Family Therapy, 38(2), 330-339.

Lingiardi, V., & Nardelli, N. (2014), Linee guida per la consulenza psicologica e la psicoterapia con persone lesbiche gay bisessuali. Milano: Raffaello Cortina Editore.

Sommantico, M., De Rosa, B., & Parrello, S. (2018). Internalized sexual stigma in Italian lesbians and gay men: The roles of outness, connectedness to the LGBT community, and relationship satisfaction. Journal of Sex & Marital Therapy, 44(7), 641-656.

[1] (Lingiardi & Nardelli, 2014, p. 64)