Quando non si ama più è difficile lasciare

L’inizio di una relazione affettiva implica necessariamente una buona dose di incertezza: nessuno dei due protagonisti sa come andrà a finire.

Conflitti e momenti bui possono sopraggiungere in una relazione, e se in alcuni casi essi trovano una soluzione rafforzando la coppia, in altri invece portano alla luce la consapevolezza che la relazione non sta generando più benessere, quanto piuttosto insoddisfazione e malessere.

A volte si tratta di relazioni “tossiche”, che logorano il rapporto con conflitti nocivi. Altre volte invece più semplicemente ci si rende conto che i progetti che all’inizio erano condivisi da entrambe le parti della coppia sono andati modificandosi, divergendo, nel corso del tempo.

Quando non si ama più

Chiudere una relazione affettiva non è affatto semplice, neanche quando non si ama più; ed è fonte di dolore, sia per chi viene lasciato ma anche per chi lascia.

È un vero e proprio lutto, che necessita di un tempo fisiologico per essere superato. Ma, per tornare a stare bene, a volte la sua interruzione è la scelta migliore che si possa prendere.

E tuttavia sono molte le coppie che, pur avendo raggiunto la loro “data di scadenza”, continuano comunque ad andare avanti, “incastrate” in una situazione di immobilità.

Questa condizione di paura di lasciare il proprio partner ha un nome: FOBU, dall’acronimo inglese Fear Of Breaking Up. Sono diversi i motivi che spingono a preferire di rimanere in coppia, nonostante ci si renda conto che proseguire il proprio percorso di vita separatamente sarebbe la cosa migliore. Vediamone qui insieme alcuni:

Il timore di soffrire

Nessuno di noi, potendo scegliere, sceglierebbe di provare dolore. E dunque, soprattutto se già in passato abbiamo vissuto dolorose “rotture” affettive, la paura di stare male può portare ad un ritardo nella presa di decisione di interrompere la relazione. Quando non si ama più vi è inoltre la paura di provocare dolore all’altro partner, oltre al fatto che spesso chi “lascia” viene accusato di indossare le vesti di “cattivo”.

Tuttavia, quando non si ama più,  prendere la decisione di chiudere una relazione che non sta portando da nessuna parte rappresenta invece una grande forma di amore e di rispetto: a rimanere in una relazione con un partner di cui non siamo innamorati non facciamo del bene all’altro. La relazione affettiva, per essere definita tale, deve essere caratterizzata da reciprocità. E per entrambi, una volta superato il dolore, ci sarà una riapertura di possibilità.

L’incertezza che fa paura

Chiudere una relazione significa chiudere una situazione che, nonostante non faccia più stare bene, resta comunque una “zona di comfort”. Non sapere cosa aspettarci per il nostro futuro può alimentare ansie e timori, innescando dubbi che bloccano in un rimuginio improduttivo.

Tutto ciò è comprensibile: il cambiamento fa paura e intraprendere un percorso nuovo richiede più energie rispetto al rimanere su quello vecchio. Mettersi in discussione è faticoso, ma il cambiamento è parte integrante della nostra vita: dobbiamo solo essere pronti ad accoglierlo.

La paura della solitudine

Aver condiviso un pezzo di vita insieme, breve o lungo che sia, porta indubbiamente ad una modifica della propria esistenza, e aver paura di rimanere soli è normale, soprattutto se il partner è stato un sostegno importante. Ma rimanere in una relazione non appagante non è meglio della solitudine.

Ciò che dovremmo ricercare nella nostra vita è il benessere, e l’essere o meno all’interno di una relazione non ha alcuna influenza sul suo raggiungimento. Inoltre, non si può cominciare un nuovo capitolo se si sta ancora leggendo le pagine di quello precedente. Per aprire nuovi orizzonti, è necessario abbandonare i vecchi.

“Non troverò nessun altro/a di meglio”

Ci siamo passati in tanti. A volte il pensiero che non si troverà nessun altro con cui stare bene è davvero un chiodo fisso che non abbandona. È difficile scorgere nuove possibilità se si vivono emozioni di tristezza e paura. L’esperienza però ci dice che ad ogni chiusura seguono sempre nuove aperture.

Devi solo darti un po’ di tempo per tornare ad essere sereno ed in grado di cogliere le nuove possibilità che si dispiegheranno nel tuo cammino.

“Cosa penseranno ora gli altri?”

Temi lo sguardo giudicante dei parenti che credevano che lui/lei fosse perfetto/a? Il fatto che una persona piacesse tanto agli altri risponde in realtà ad un loro bisogno e non di certo al tuo di avere a fianco una persona con cui condividere un progetto di vita.

Vivere la rottura come un fallimento

Se temi di chiudere la relazione perché tale decisione significherebbe ammettere che quel progetto è stato un fallimento: stop that! Vivere la relazione in questo modo significa considerarla come una prestazione, che può essere di successo oppure un flop.

Le storie affettive però hanno tutt’altra natura: sono relazioni tra persone che si incontrano e condividono progetti i quali, ad un certo punto, possono non essere più congiunti. Ed essere consapevoli di questo è in realtà un grande regalo che possiamo fare a noi stessi.

Temere di rivederlo/a con un altro/a

Passato il tempo in cui ci lecchiamo le ferite, è per tutti normale rimettersi in moto e cercare altre relazioni. So che il timore di vedere l’altro con un nuovo partner può essere presente, ma può aiutare ricordare che la situazione è reciproca e che anche tu, non appena sarai pronto/a, farai nuovi incontri.

Chiudere una relazione quando non si ama più è difficile, ma alcuni fattori possono aiutare a rendere la situazione più sopportabile.

Qualche consiglio per quando non si ama più

  • Non sentirti in colpa se stai impiegando tanto tempo per prendere questa decisione: il processo di consapevolezza di chiusura di un amore è lento e necessita di tempi opportuni. Evidentemente questo è il tempo necessario che serve. Non aggiungere frustrazione ad una situazione già difficile di suo: sii clemente con te stesso/a.
  • Ricordati sempre che tutte le cose brutte hanno una fine e così anche il dolore che stai provando. So che è difficile rendersene conto ora che la ferita è ancora aperta, tuttavia questi momenti presto saranno solo un ricordo. Darsi un tempo in cui permettersi di soffrire, piangere e disperarsi può essere un elemento facilitante per la ripresa. Perciò dedica pure un’intera settimana a piangere e a mangiare gelato guardando “Il diario di Bridget Jones”. Poi basta: indossa il tuo migliore sorriso e riparti.
  • Ricordati sempre che in una relazione si è sempre in due. E chi non lascia non è meno responsabile di chi prende la decisione di chiusura. Per essere felici è necessario soprattutto assumersi la responsabilità della propria esistenza, a volte anche prendendo decisioni difficili.
  • Cambiare fa paura, ma rimanere bloccati in una situazione di stallo un po’ di più. È difficile prendere una decisione che spaventa, ma ricorda che non sarai solo: avverti un amico/a del fatto che potrai avere maggior bisogno di lui/lei in questo periodo. La fine di una relazione non sempre è negativa!
  • Una relazione affettiva per essere sana non deve mai cadere in un rapporto di dipendenza. Avere il partner come unico di riferimento per la propria stabilità personale è rischioso nel momento in cui questo può venire a mancare. Fai sempre in modo di avere una vita ricca: coltiva i tuoi interessi e le tue passioni. Nel momento in cui la relazione si chiuderà avrai la possibilità di uscire casa e di sentire meno la solitudine.
  • Il dubbio di star facendo uno sbaglio nasconde in realtà una trappola: le cose infatti vanno sempre come devono andare. E già chiedersi se sia il caso di interrompere o meno la relazione, forse nasconde in sé già la risposta.
  • Decidere se mantenere il rapporto in via amicale o se tagliare i ponti è una tua scelta. Tieni a mente però che potrebbe capitare l’occasione di vedere foto di lui/lei con altri. Concediti il fatto di rimanere male: questo è il piccolo narciso che è in ognuno di noi. In ogni caso non sarà nulla di terribile e arriverà il giorno in cui quelle foto ti lasceranno finalmente indifferenti.

Se hai bisogno di supporto, puoi consultare uno dei sessuologi che collaborano con questo portale.