Facciamo un esperimento. Se ti chiedessi di disegnare la tua vulva, saresti in grado di farlo?

Può sembrare strano, ma secondo una recente ricerca, più della metà delle donne nella fascia d’età compresa tra i 26 e i 35 anni non è in grado di localizzare correttamente le parti che compongono il proprio apparato genitale. Non solo: per circa il 65% delle donne intervistate utilizzare termini come vulva o vagina1  può risultare difficile e rappresentare una fonte di imbarazzo.

Sembra quasi che l’osservazione (e l’esperienza) della propria vulva sia relegata al mero controllo di salute: insomma, tendiamo a guardarci lì sotto non tanto per curiosità, quanto piuttosto per controllare che, dal punto di vista ginecologico, sia tutto a posto. Ma check-up a parte, quanto ci occupiamo invece del benessere della nostra vulva?

Ancora oggi falsi miti, dubbi e informazioni inesatte popolano il magico mondo della vulva. Cerchiamo dunque di fare un po’ di chiarezza sull’argomento.

La vulva: anatomia del lato esterno del piacere femminile

Spesso confusa con la vagina, in realtà quando parliamo di vulva identifichiamo la parte esterna dei genitali femminili. Nello specifico la vulva è quella parte del nostro copro che si situa tra il monte di Venere, l’inguine, le cosce e il perineo. Da sola è capace di svolgere diverse funzioni: oltre a permettere la fuoriuscita dell’urina (il getto d’urina che proviene dall’uretra viene infatti canalizzato dalle piccole labbra) la vulva è in grado di proteggerci da virus e batteri e rende possibile lo svolgimento dei rapporti sessuali e la fuoriuscita del feto durante il parto.  

Fanno parte della vulva le grandi e le piccole labbra, il clitoride e il vestibolo. Le grandi labbra hanno lo scopo di racchiudere e proteggere le strutture interne. Sono ricoperte di peli e presentano ghiandole sudoripare e sebacee in grado di produrre secrezioni lubrificanti. Al loro interno si posizionano le piccole labbra: esse circondano il canale vaginale e uretrale ed il loro tessuto è molto vascolarizzato.

La ricca vascolarizzazione fa si che le piccole labbra siano molto sensibili alla stimolazione sessuale: con l’eccitazione il sangue affluisce e le piccole labbra “si gonfiano”. Le piccole labbra si uniscono nel cappuccio del clitoride. Il clitoride è un organo erettile (ha la stessa origine embrionica del pene) prevalentemente interno: si compone infatti di un corpo cavernoso e di un glande (che “fuoriesce” dalle piccole labbra). Da solo è in grado di far raggiungere l’orgasmo in pochi minuti. Infine, il vestibolo si situa a partire dal glande del clitoride: qui è possibile riconoscere la presenza del meato dell’uretra e dell’orifizio della vagina. Anche il vestibolo è ricco di ghiandole: nello specifico al suo interno si trovano le ghiandole di Skene (posizionate ai lati dell’uretra), le ghiandole del Bartolini (in prossimità dell’apertura vaginale) e le ghiandole vestibolari minori.

Infine, nella zona compresa tra l’orifizio vaginale e l’ano è possibile riconoscere il perineo.

Bella in tutte le forme e dimensioni

Aspetto della vulva tra immaginario collettivo e canoni estetici

Per alcune donne la presenza di alcune caratteristiche della propria vulva percepite come non conformi rispetto all’immaginario collettivo può rappresentare un problema. La presenza di piccole labbra sporgenti ad esempio può essere fonte di imbarazzo. Secondo una recente ricerca, la sporgenza delle piccole labbra porta le donne a considerare la propria vulva meno attraente, con conseguenze anche sul piano psicologico: la percezione delle proprie labbra come ipertrofiche può portare a stress, frustrazione, imbarazzo, ansia e bassa autostima, che in alcuni casi possono sfociare in richieste di interventi di labioplastica spesso immotivati. L’aspetto delle labbra infatti è molto vario da donna a donna e l’eventuale presenza di sporgenze più o meno accentuate e di colori e/o forme diverse non deve essere considerata indice di condizione medica da attenzionare, bensì riflette invece la grande varietà dei nostri corpi (e delle nostre vulve).

Sfatiamo i falsi miti che circondano la vulva: 4 curiosità

  • Depilazione si o no? Mode, pornografia e ideali di bellezza influenzano le scelte estetiche delle donne. Ma lo sapevi che i peli svolgono diverse e importanti funzioni? Proteggono da virus e batteri, prevengono fastidi che potrebbero risultare dai rapporti sessuali e contribuiscono al mantenimento della “temperatura giusta” dei genitali. Quando si dice che la situazione si fa “hot”. La presenza dei peli pubici inoltre è in grado di trattenere l’odore personale, che trasmette segnali sessuali fondamentali per stimolare l’attrazione ed il desiderio del partner. La loro eventuale rimozione rimane tuttavia una scelta del tutto personale: ciascuna donna è libera di curare l’aspetto della propria vulva come desidera.
  • Piacere e cultura si incontrano: nasce il primo museo interamente dedicato alla vagina. Nel 2019 è stato inaugurato a Londra il primo Museo dedicato alla vagina, con l’obiettivo di diffondere maggiore consapevolezza sull’anatomia del corpo femminile e sulla salute sessuale delle donne, oltre che combattere stereotipi e tabu che spesso circondano la sessualità e l’anatomia ginecologica.
  • Il o la clitoride? Per una volta non è una questione di genere. Secondo la lingua italiana la parola clitoride può avere entrambi i generi maschile e femminile. Il Treccani conferma: l’uso come genere femminile origina dalla derivazione greca della parola, anche se l’influenza della lingua francese “le clitoris” ne giustifica l’uso al maschile. Insomma: chiamiamolo/a come ci pare, purchè se ne parli.
  • Il punto G esiste davvero? Spiace deludere, ma il famoso punto G così come è rappresentato nell’immaginario collettivo in realtà non esiste. Secondo recenti ricerche in materia infatti non esisterebbe un unico punto particolarmente sensibile destinato ad essere il solo responsabile del piacere femminile. Ad essere sensibile è invece l’intera zona clito-uretro-vaginale, la cui stimolazione è in grado di portare al piacere.

 

Riferimenti:
  1. “Why ‘vagina’ should be part of every young woman’s vocabulary”, https://eveappeal.org.uk/
  2. Tienilo stretto: Segreti per donne irresistibili di: Caputo, Alberto e Natoli, Alice, Edizione Mondadori.
  3. Gulia, C., Zangari, A., Briganti, V., Bateni, Z. H., Porrello, A., & Piergentili, R. (2017). Labia minora hypertrophy: causes, impact on women’s health, and treatment options. International urogynecology journal, 28(10), 1453-1461.
  4. https://www.violetab.com/
  5. Puppo, V., & Gruenwald, I. (2012). Does the G-spot exist? A review of the current literature. International urogynecology journal, 23(12), 1665-1669.