Dagli ormoni alla perdita di possibilità

Quando si parla di menopausa si pensa subito ad alcuni aspetti: perdita di desiderio sessuale, aumento del rischio di osteoporosi e simili, cambiamento dell’umore, vampate di calore, possibile tendenza ad ingrassare, perdita di controllo dei muscoli pelvici, disturbi del sonno, ecc.

Sicuramente l’esperienza delle donne più anziane (mamme, nonne, ecc) è fondamentale e basata sull’esperienza, ma non sempre queste informazioni bastano per sapersi e sentirsi consapevoli di cosa significhi questo evento nella vita di una donna.

In questo articolo affronterò brevemente le caratteristiche principali della menopausa ed un punto di vista diverso per quanto riguarda invece il lato maggiormente psicologico di questo periodo.

Cos’è la menopausa?

Ogni donna nasce con un numero finito di ovociti e di questi solamente una piccola parte (dai 300 ai 500 circa) raggiunge il livello di maturazione necessaria alla riproduzione.

Avvicinandosi al termine del numero di ovociti disponibili il corpo inizierà quindi a segnalare questo traguardo tramite diversi segnali fisiologici.

La menopausa arriva solitamente tra i 45 ed i 55 anni d’età e si può suddividere in 2 fasi:

  • Perimenopausa: va da diversi anni prima dell’ultimo ciclo mestruale fino all’anno successivo all’ultimo ciclo; i livelli ormonali (principalmente progesterone ed estrogeni) subiscono delle fluttuazioni e sono alla base della sintomatologia percepita dalla maggior parte delle donne. All’interno di questa fase si può individuare la transizione menopausale che dura in media 6 anni, e la cui durata è influenzata da abitudini come il fumo, dal contesto di appartenenza (latitudine e genetica) e dall’età di esordio dei primi sintomi;
  • Post menopausa: indica il periodo successivo all’ultima mestruazione fino al mantenimento della sintomatologia.

Il primo sintomo a comparire riguarda l’irregolarità del ciclo. Successivamente, in oltre il 70% dei casi, possono sopravvenire le vampate di calore. Altri sintomi riguardano un’aumentata sensibilità mammaria, cambiamenti dell’umore, disturbi del sonno e aumento nella gravità dei sintomi solitamente legati al ciclo (come l’emicrania).

Nel tempo cominciano ad evidenziarsi cambiamenti fisici, con  un decremento dei sintomi suddetti, che riguardano: la conformazione dell’apparato riproduttivo (rimpicciolimento dell’apparato sessuale interno ed esterno, con conseguente maggiore esposizione ad infezioni delle vie urinarie, ecc); la struttura scheletrica, che con la diminuzione degli estrogeni è maggiormente esposta a osteoporosi; la pelle perde elasticità e si assottiglia; i livelli di colesterolo “cattivo” (LDL) aumentano incrementando la possibilità di insorgenza di problematiche cardio-circolatorie.

In questo periodo sono molto comuni anche deflessione del tono dell’umore, maggior stanchezza, calo del desiderio sessuale e secchezza vaginale.

Ci sono molteplici soluzioni o integrazioni per limitare gli effetti che il corpo subisce a seguito di questo importante mutamento, sia di tipo farmacologico che naturale, ma si rimanda ad articoli maggiormente esaustivi.

Menopausa e perdita di possibilità

Ciò su cui vorrei focalizzarmi sono i cambiamenti che molte donne subiscono a livello psicologico, cambiamenti dati per strettamente dipendenti dai cambiamenti ormonali, ma che non sempre trovano spiegazione solamente in questo campo.

Sebbene sia generalmente condiviso che gli ormoni abbiano una forte influenza sull’umore, non sempre questa influenza basta a spiegare completamente i cambiamenti che avvengono a livello di benessere generale.

Oltre che un fatto fisiologico, il ciclo mestruale ha un forte connotato simbolico legato alla possibilità di procreazione e in generale al tema della generatività. Non tutte le donne percepiscono la stessa necessità di compiere questo passo, e questo fatto è assolutamente rispettabile e condivisibile, ma è in ogni caso una possibilità che, con la menopausa, viene a mancare.

Non possiamo ricondurre a solo questo il vissuto più generalizzato della menopausa, ma non si può negare come possa avere una grande influenza nell’esperienza della quotidianità al femminile. Ad esempio, è innegabile che con la menopausa ci sia una cessazione della produzione di estradiolo che viene dai follicoli, e che questo ha una grande influenza sull’umore, ma non sempre le ricerche convergono sul fatto che questo spieghi la grande differenza di esperienza che fanno le donne da un punto di vista psicologico.

Torniamo al dunque: ad un certo punto della nostra vita il corpo comincia a lanciare segnali che la fine di un’epoca, quella della possibilità riproduttiva e generativa, sta giungendo a conclusione; indipendentemente, o quasi, dal desiderio compiuto o meno di procreare fattivamente. Come sappiamo, quando ci viene imposto un divieto, in automatico si crea un bisogno, più o meno forte, di contrastare questo diniego.

Da quel momento non possiamo più essere le stesse identiche persone che eravamo prima, qualcosa è cambiato. Ci interessa? Non ci interessa? Poco importa, non sempre subiamo il colpo consapevoli da che parte arrivi. L’esperienza che molte donne fanno è simile, anche se di portata diversa, a quella che fanno alcune donne sottoposte ad isterectomia (asportazione totale o parziale dell’utero ed ovaie): nonostante il desiderio di maternità non ci fosse, non poterlo fare cambia in qualche modo il futuro: ripensamenti, rivalutazioni, desideri che emergono all’improvviso non potranno più essere soddisfatti.

Perdita di possibilità: che conseguenze?

Cosa accade quando perdiamo una possibilità d’azione? Ci si arrabbia, e la rabbia è tanto più forte quanto lo è il desiderio o la consapevolezza della perdita che abbiamo subito, ma questa consapevolezza non è sempre piena, e molte donne che, giustamente convinte, già avevano accantonato l’idea di figliazione, improvvisamente si ritrovano a subire uno stato simil depressivo e/o ansioso senza aver chiaro quale sia l’oggetto di tale cambiamento. Spesso questo periodo coincide anche con la consapevolezza che le generazioni future stanno intraprendendo il proprio percorso, idee legate alla perdita di ruolo e utilità aggravano ulteriormente l’esperienza che alcune donne si trovano ad affrontare.

E il desiderio sessuale?

Sicuramente i cambiamenti ormonali influiscono potentemente nella lubrificazione vaginale e sulla sua conformazione anatomica, e non c’è dubbio che questo possa creare particolari fastidi durante i rapporti, ma seguendo questa visione, una possibilità preclusa diminuisce anche il desiderio di ciò che prima aveva un ruolo “fondamentale” in quel processo. La sessualità è relazione, è affetto e amore per l’altro, ma inevitabilmente è anche riproduttiva oltre che ludica e relazionale. Viene a mancare la consapevolezza che quell’atto “potrebbe” avere anche altre conseguenze, altri scopi e, se non riprogettato pienamente come puramente ludico/relazionale, quella mancata possibilità toglie un pezzo (seppure piccolissimo) di esperienza.

Cosa fare?

Acquisire una maggiore consapevolezza dei cambiamenti psicologici e dei cambiamenti del proprio corpo è fondamentale, inoltre è importante dare un nuovo senso alla propria sessualità dopo questo inevitabile cambiamento, riscoprendo il piacere e la possibilità, sempre viva, di dare piacere. Con la menopausa cambia la percezione del corpo come esperito in precedenza, si modifica l’esperienza che ne facciamo e questo avviene in un’epoca che solitamente non rende facile l’adeguarsi a delle nuove prospettive, ma dare un nuovo senso relazionale alla propria sessualità può permettere di vivere una vita ancora intensa e piena.

Fonti