Il tradimento con una persona borderline

Questo articolo non vuole essere una giustificazione valida per qualche traditore che vuole addurre motivazioni plausibili e deresponsabilizzanti per il proprio comportamento; ma in diversi casi mi è capitato nella pratica clinica di trovarmi di fronte a situazioni di tradimento “realmente” non voluti… Almeno non nel senso canonico del termine.

In questa storia vorrei solo condividere che “purtroppo” in alcune situazioni ci si può trovare ad avere a che fare con una sorta di “dissociazione” vicariata, dove la messa in dubbio e la “manipolazione affettiva” può raggiungere livelli tali da far cadere in tentazione anche persone contrarie, di principio, al tradimento.

Un storia “reale”

Per chiarire cosa intendo riporto una storia, alterata nei fatti e riferimenti, ma coerente con i contenuti che ho raccolto e che assomiglia ad altre che ho avuto modo di incontrare.

“…Ci siamo conosciuti in occasione di attività dei figli; era disperata, il marito la maltrattava, non sapeva come uscirne e diceva che non aveva avuto il coraggio di parlarne con nessuno; in me, con la mia timidezza e riservatezza, vedeva una persona affidabile a cui aprirsi…”;

“…Ci siamo fermati diverse volte a fine delle attività per parlare della sua situazione, mi faceva una pena… Sentivo che dovevo aiutarla, che ero importante per lei; mi riempiva di complimenti; mi paragonava a suo marito dicendomi quanto fossi più sensibile, capace di ascoltare e dolce, mi diceva che non aveva mai conosciuto una persona così bella e intelligente, che se avesse avuto un’altra possibilità nella vita e io fossi stato single, mi avrebbe fatto la corte…ma era una donna onesta e si scusava per questa cosa detta, non aveva mai pensato a cose di questo genere, ritirava quanto detto in maniera scocciata”;

 “…Poi una sera prima di salutarmi mi abbraccia e mi sfiora le labbra con una bacio, poi si scusa e dice che non voleva, che non è quel tipo di donna, ma che ero così affascinante che non ha resistito, che comunque non si sarebbe ripetuto perché per lei ero pericoloso e non avrebbe mai voluto vedermi…”;

“… La sera successiva, chiamandomi per una lite violenta in casa mi dice che vorrebbe confidarsi; ho paura che riprovi a baciarmi e si creino incomprensioni, ma comincio a sentire il bisogno di essere importante per qualcuno oltre che per mia moglie e i figli… mi dice che aveva continuato a pensare a me, che le piacevo, ma che non avrebbe mai tradito suo marito…si avvicina piangendo e si appoggia con l’inguine sul mio ginocchio, io penso sia per errore, ma poi stringe la presa… In quel momento mi sono eccitato e l’ho toccata lì, capisce, non volevo farlo, ma ho ceduto a una qualche pulsione animale…mi sono sentito in colpa e l’ho allontanata; ha detto che non ci saremmo più dovuti vedere, che facevo schifo, che ero come tutti gli altri…”;

Il giorno dopo mi scrive un messaggio in cui mi dice che si scusava; che non pensava quello che aveva detto, ma che non voleva tradire il marito; dice di fare schifo, è sempre stata manipolata dai maschi, non è capace di farsi valere ma che mi perdonava, purché non accadesse più…mi chiede di rivederci perché aveva avuto un altro litigio con il marito, che la situazione stava crollando e forse pensava ad una separazione ma che non capiva se era giusto, che si sentiva svuotata e prosciugata (come riporta spesso nel parlare della situazione a casa), e quindi ci rivediamo…

Arriva con un vestito leggero [è estate] e subito si accoccola sulla mia spalla e mi appoggia una mano sulla coscia, proprio lì vicino, e la muove… Io non voglio fare niente, ma si avvicina sempre più… Vedo che alza il vestito, dicendo che ha caldo, mentre mi dice di quanto sia un uomo meraviglioso e di quanto suo marito sia perfido, cattivo e manesco, che l’ha già mandata al pronto soccorso 2 volte ecc… Intanto continua ad accarezzarmi la coscia; mi racconta di aver fantasticato di avere un rapporto con me, ma non può, che non è quel tipo di donna… E mi porta la mano al suo inguine…Poi esce dall’auto dicendo che non può e che non ci saremmo più rivisti per nessun motivo, sembrava molto arrabbiata con me per non averla respinta…”.

Qui interrompo la storia, ma possiamo tutti immaginare che la cosa non sia finita qui, questo atteggiamento ambivalente continua finché, l’uomo che seguo, cede e hanno altri incontri, ma senza arrivare ad un  rapporto completo… Ma tanto da mandarlo in crisi sentendosi un traditore della moglie che ama tantissimo, con cui ha una relazione (poi vedremo in terapia) sana e soddisfacente.

Uno, nessuno, centomila… La persona borderline

Inutile dire che la donna non era mai finita in pronto soccorso, che al racconto del marito (interpellato dall’uomo senza mia richiesta per riportare la sua versione a seguito di voci di paese) era una dittatrice, egocentrica e disprezzante, che alternava momenti di ipervalutazione (“siamo la coppia più bella che conosca”) a momenti di disprezzo più totale (“mi fai schifo, maledetta quella volta che ti ho sposato, sei inutile…”), arrivando anche ad alzare le mani su lui e i figli. Nei contesti sociali era percepita come una persona inaffidabile, bugiarda, propensa agli scatti d’ira; a volte sembrava spaesata e fragile, altre volte estremamente sicura e sadica, anche verso i figli delle altre famiglie, aveva sempre il timore che qualcuno stesse cercando di farle dei torti e per questo non si fidava di nessuno… Pur avendo cercato di adescare diversi altri genitori del gruppo.

La corresponsabilità nel tradimento

Chiaramente non considero l’uomo “totalmente innocente”; questa persona però arriva da me quasi in preda a una crisi dissociativa; non sa come sia arrivato al tradimento (o percepito tale in questo caso), ha dei “buchi nella memoria” e non riesce a capacitarsi di quel che ha fatto. La messa in discussione della propria “sanità mentale” è comune, la sensazione di impazzire molto forte, il “salto” tra esperienza vissuta ed esperienza afferrata è molto, troppo grande per essere integrato nella storia di vita… Quindi diventa un peso a volte insostenibile… A meno di non riconfigurarlo in maniera più identitaria.

In alcuni casi questi “buchi” hanno il vantaggio di poter nascondere a se stessi la colpa, ma in alcuni casi sembrano dei veri e propri episodi dissociativi innescati dall’alta confusione creata nella relazione con la persona con cui è avvenuto il tradimento.

Cosa significa borderline?

Dalle descrizioni, raccolte in maniera differita, delle persone “amate”, emerge la presenza di caratteristiche che accomunano queste persone, infatti è stato possibile ipotizzare la presenza di disturbo borderline di personalità; secondo il DSM V, per la diagnosi di disturbo borderline di personalità, è necessaria la presenza di almeno 5 dei seguenti sintomi:

  • Tentativi disperati di evitare un reale o immaginario abbandono da parte di qualcuno.
  • Un pattern di relazioni interpersonali instabile e intenso, caratterizzato dall’alternanza di estremi di idealizzazione e svalutazione.
  • Disturbi dell’identità: marcata o persistente instabilità nell’immagine di sé o senso di sé.
  • Impulsività in almeno due aree potenzialmente dannose per il paziente (ad es. prodigalità, abuso di sostanze, sesso, condotte alimentari etc.).
  • Ricorrenti comportamenti, gesti o minacce suicidarie o gesti autolesivi (come farsi dei tagli sulle braccia).
  • Instabilità affettiva dovuta ad una marcata reattività dell’umore (ad esempio, intensi episodi di disforia, irritabilità e ansia che durano poche ore, solo raramente qualche giorno).
  • Cronica sensazione di vuoto.
  • Rabbia inappropriata, intensa o problematiche nel controllare la rabbia.
  • Transitorie ideazioni paranoidi, spesso associate a momenti di stress, oppure sintomi dissociativi.

E le persone “manipolate”?

Le persone che in questo articolo ritengo “cadute nel tranello” hanno tendenzialmente una personalità caratterizzata da insicurezza, scarsa autostima, bisogno di approvazione, carenti rapporti extrafamiliari di amicizia, forte adesione a modelli esterni, relazioni di dipendenza e storia di episodi apparentemente dissociativi.

Nella confusione ciò che emerge è la possibilità di interpretare messaggi espliciti come richieste implicite del loro contrario. Avendo una forte propensione all’accontentare l’altro senza porsi il dubbio sul loro volere, ad un certo punto si trovano in un vicolo cieco: “ho fatto quel che voleva ma non sono sicuro di averlo voluto anch’io, anzi, non lo volevo ma l’ho fatto comunque”.

E quindi alcuni tradiscono senza volerlo?

A mio parere “Nì”, sicuramente le relazioni che si creano sono instabili, invischiate, intense e altamente confuse; in diversi casi di tradimento la confusione che viene a crearsi tra l’unione di persone come quelle sopra descritte facilita particolarmente la caduta di alcune sicurezze non permettendo di vedere il netto confine tra “ciò che voglio” e “ciò che sento”, se non a posteriori. Almeno un paio di persone di quelle da me seguite hanno avuto dei veri e propri episodi dissociativi; hanno cominciato a mettere in dubbio qualsiasi loro azione e desiderio, diventando ulteriormente insicuri e dipendenti, aspetto principale poi del loro percorso terapeutico: non volevano davvero farlo, ma lo hanno fatto perché in quel momento lo volevano.

Bibliografia

American Psychiatric Association (APA) (2013), DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, tr. it. Raffaello Cortina, Milano, 2014

Riccucci, M. (2011). Il disturbo borderline di personalità. Il Mulino ed.