La perdita della verginità è spesso associata a emozioni contrastanti: in questo articolo troverai tutto ciò che hai sempre voluto sapere ma non hai mai osato chiedere su questa esperienza

Tra certezze e tentennamenti, ricerche sul web e chiacchierate con le amiche, finalmente è arrivato il momento: ti senti pronta per compiere il grande passo e perdere la verginità.

Cosa implica “perdere la verginità”?

E cosa significa “sentirsi pronta”?

Innanzitutto, permettimi di rassicurarti: non esiste un unico modo di vivere un’esperienza, così come non esistono emozioni che devi “necessariamente” provare.

Ogni donna è libera di approcciarsi alla vita nel modo che ritiene più opportuno, e di non rinnegare il proprio modo di sentirsi.

Ciononostante, la perdita della verginità costituisce sempre un importante passaggio nella vita di una ragazza, che viene spesso assalita da dubbi e domande.

Ecco perché in questo articolo ti darò una risposta a tutti i timori che precedono il momento fatidico… e una piccola guida per gestire la famigerata “prima volta”.

Se dovessi avere ulteriori dubbi, puoi contattare una professionista sessuologa.

“Quando ci si sente pronte? Come faccio a essere sicura di essere davvero pronta?”

Non c’è un momento preciso in cui, improvvisamente, ci si scopre pronte ad avere il primo rapporto sessuale. La sessualità è un susseguirsi di esperienze coerenti con il tuo modo di sentirti e con la tua maturità emotiva, e non una lista da spuntare.

La chiave è ascoltarsi: un misto di eccitazione e paura è normale, come sempre quando ci si approccia ad una nuova, importante esperienza.

È importante però accertarsi non fare questo passo sulla spinta della pressione altrui. Sii sempre sicura che la decisione di perdere la verginità sia dettata dal tuo desiderio di entrare in intimità con qualcuno, e non per la voglia di conformarti al gruppo di amiche o amici, o perché lo vuole a tutti i costi il tuo compagno o compagna. Allo stesso modo, non bisogna rinchiudersi in pregiudizi o tabù, che rischiano di trasformare un’esperienza di vita importante in un “non si deve” o un dogma.

Perdere la verginità fa male?”

Non necessariamente. Per capire questo concetto è utile dare alcune pillole di anatomia femminile.

La vagina femminile è formata da diverse parti: all’esterno si trovano le grandi labbra, che hanno il compito di proteggere le parti interne più sensibili.

All’interno delle grandi labbra troviamo le piccole labbra, due lembi più piccoli la cui funzione è proteggere ulteriormente il canale vaginale.

Nel punto d’incontro delle piccole labbra, in cima, si trova un bottone identificabile come il clitoride, uno dei punti più sensibili e co-protagonista, insieme al canale vaginale, del piacere femminile. Ed è invece alla radice delle piccole labbra che si può trovare un tessuto membranoso chiamato imene.

Dico “si può trovare” perché, nonostante l’imene sia associato spesso e volentieri alla perdita della verginità, in realtà non è sempre presente.

Esso cambia nel tempo; ha una conformazione diversa da donna a donna; è caratterizzato da elevata elasticità (quindi non necessariamente si rompe); infine non deve essere considerato come una sorta di “barriera” alla penetrazione. Infatti, non è una membrana che ottura la vagina, ma piuttosto una “corona” che circonda il canale vaginale.

Il dolore quindi spesso associato alla prima volta non è ascrivibile unicamente alla “rottura dell’imene”, come comunemente si pensa.

Piuttosto, può essere dovuto a uno stato di ansia che può portare in tensione i muscoli vaginali, rendendo difficile la penetrazione.

Ricordati di rilassarti e goderti il momento!

“Come faccio a capire se l’imene è rotto?”

Riprendendo la domanda precedente, non ha senso parlare di “imene rotto” in senso stretto, a causa della sua conformazione variabile e della sua natura estremamente elastica; per questo non deve essere considerato un metro per stabilire “la verginità”, come è stato fatto in passato in tante culture.

È appunto una corona, un insieme di tessuti che nella quasi totalità dei casi presenta un’apertura e, essendo elastico, può permettere la penetrazione.

Allo stesso tempo però, è anche ricco di vasi sanguigni; è possibile quindi che capitino delle micro lacerazioni, generando la cosiddetta perdita di sangue spesso associata alla perdita della verginità.

Attenzione: l’imene non scompare né smette di esistere dopo la prima penetrazione, essendo appunto una membrana che circonda l’entrata della vagina, e non che la ricopre.

“Perderò molto sangue?”

Come abbiamo già accennato, non necessariamente. È possibile che in conseguenza di un atto penetrativo (che non implica necessariamente un pene; anche l’uso delle dita è un atto penetrativo) ci siano delle piccole lacerazioni a livello della membrana.

La quantità di sangue dipenderà dal tipo di lacerazione, e dalla vascolarizzazione del tessuto, che varia da donna a donna.

Ma l’imene potrebbe non lacerarsi affatto (e accade più spesso di quanto pensi!): potresti quindi non trovare alcuna traccia di sangue.

“Quindi se non sanguino significa che non sono vergine?”

Assolutamente no: la verginità non corrisponde appunto all’integrità o presenza dell’imene, quasi come fosse un “sigillo di garanzia”.

Questa vecchia concezione di stampo patriarcale fortunatamente sta venendo progressivamente abbandonata.

La verginità è, oltre a un fattore fisico, anche e soprattutto una condizione psicologica ed emotiva: implica la maturità e la consapevolezza di accogliere qualcuno intimamente nella propria carne, intesa come corpo vivo, che sente e vive, che ha propri pensieri ed emozioni. Insomma, accogliere qualcuno dentro di sé, fisicamente, psicologicamente ed emotivamente allo stesso tempo.

“Mi sentirò cambiata, dopo?”

Dipende da che valore si dà alla perdita della verginità. Alcune ragazze lo vivono come un vero e proprio momento di passaggio all’età adulta; altre lo sentono come un dono prezioso, da condividere con qualcuno per cui provano amore, stima e fiducia.

Altre sono convinte sia qualcosa da conservare. Altre invece lo vedono come un fastidio da eliminare il prima possibile, per poter proseguire nel proprio viaggio alla scoperta di sé e del proprio corpo.

Alcune infine non si pongono nemmeno questa domanda; qualunque sia la tua opinione in proposito, ciò che conta è approcciarsi a questa esperienza in modo consapevole, naturale e soprattutto autentico, definendo le proprie esperienze nel modo più libero e personale possibile.

Come affrontare la “perdita della verginità”

Dopo aver fatto un po’ di chiarezza, veniamo a noi: se hai intenzione di intraprendere questa esperienza, ecco a te una breve guida con qualche consiglio per viverti al meglio questo momento.

  1. Rilassati! Rilassarti ti permetterà di goderti al meglio l’esperienza e di non provare dolore, che come abbiamo visto è dovuto più spesso alla tensione e all’ansia. Puoi iniziare con dei preliminari, che ti aiuteranno a sciogliere l’agitazione e l’imbarazzo del mostrarti per la prima volta a qualcuno senza barriere, fisiche ed emotive.
  2. Ricordati di usare precauzioni. Il sesso è uno degli aspetti fondamentali dell’affettività, ed è un’esperienza fondamentale nella vita di ogni persona, ma non dimenticarti che, come tutte le cose, va fatto con consapevolezza. Utilizza contraccettivi adeguati, sia per prevenire gravidanze indesiderate che per malattie sessualmente trasmissibili (link a contraccezione)
  3. Conosci il tuo corpo. Esplorarti e conoscerti ti aiuterà a capire cosa vuoi da un punto di vista sessuale, e aiuterà anche il tuo partner o la tua partner a darti piacere.
  4. SOS idealizzazioni. Spesso, a causa dell’inesperienza, della giovane età e a volte della limitata conoscenza del proprio corpo, può capitare di idealizzare il primo rapporto sessuale. Questo non è giusto né per te né per il tuo/la tua partner, perché pone entrambi di fronte ad aspettative irrealistiche. Viviti questo momento per ciò che è, ossia un’esperienza di incontro con l’altro e con te stessa nella più intima (e vera) delle cornici.
  5. Sei incerta? Se non riesci proprio a capire se ti senti pronta o meno, prova a farti questa domanda: “se ci fosse qualcun altro al suo posto, sarebbe la stessa cosa?”. Se la risposta è sì, forse dovresti pensare a cosa ti spinge a voler prendere questa decisione.

Bibliografia e utili approndimenti

  1. https://lines.it/cose-da-ragazze/prima-volta/sangue-dopo-la-prima-volta-cosa-devi-sapere
  2. https://www.ilpost.it/2018/11/09/false-credenze-imene/
  3. Kate Monro, “Losing It: How We Popped Our Cherry Over the Last 80 Years”, Icon Books, Aprile
  4. https://virginityproject.typepad.com/