L’eiaculazione precoce è un disturbo sessuale maschile che viene percepito come estremamente invalidante dalla persona che ne soffre. Ma quando bisogna iniziare a preoccuparsi?

L’eiaculazione precoce è forse il disturbo sessuale maschile più tristemente noto, insieme alla disfunzione erettile.

Si stima che, solo in Italia, ne soffrano in media il 20% degli uomini maggiori di diciotto anni.

Ma in cosa consiste, da un punto di vista clinico, l’eiaculazione precoce?

Si definisce eiaculazione precoce l’avvenire appunto dell’eiaculazione significativamente prima di quando il soggetto desideri; generalmente, per cercare di contestualizzare e circostanziare la problematica, la si definisce tale quando l’eiaculazione avviene anche con una stimolazione sessuale anche minima o comunque prima, durante o poco dopo l’inizio della penetrazione, quando invece si aveva l’intenzione di far durare il rapporto più a lungo.

Tuttavia, definire in maniera oggettiva il fenomeno dell’eiaculazione precoce è particolarmente complesso. Ma per quale motivo? Esiste un metodo oggettivo per quantificare la gravità di un disturbo da eiaculazione precoce?

Scopriamolo insieme.

Eiaculazione precoce: diverse spiegazioni

L’eziologia di un disturbo complesso come l’eiaculazione precoce è varia e complicata; questo perché raramente vi sono cause organiche precise e perché vi è una significativa differenza tra caso e caso.

Vi possono essere infatti differenze relativamente alla manifestazione: il tempo di latenza che intercorre dall’inizio del rapporto all’eiaculazione (noto in inglese come IELT, Intercourse Ejaculation Latency Time) varia tra singoli individui; ma vi sono anche differenze relativamente ai vissuti associati al problema: ciascuno può percepire la gravità in modo significativamente diverso. Ad esempio, non di rado accade che, a causa della pornografia e delle aspettative irrealistiche ad essa associate, si presentino dallo specialista sessuologo adolescenti o giovani uomini che considerano insufficiente un tempo che in realtà si rivela poi essere perfettamente “nella norma” per un rapporto sessuale penetrativo.

I fattori che vengono presi in considerazione per una diagnosi di eiaculazione precoce sono molteplici:

  • Fattori organici. In primo luogo, è necessario verificare la presenza o meno di eventuali cause organiche che possano causare il mancato controllo dell’eiaculazione. Queste cause possono essere molteplici: malattie neurologiche (es. Sclerosi Multipla, neuropatie periferiche); urologiche (infezioni urogenitali, frenulo corto); endocrine (es. ipotiroidismo, ipogonadismo). E’ necessario inoltre escludere che la problematica non sia dovuta all’assunzione di farmaci o droghe (es. agonisti dopaminergici, cocaina).
  • Fattori psicologici. Sono i fattori che più spesso portano all’insorgenza di un disturbo da eiaculazione precoce. Possono essere legati a esperienze passate, al tipo di educazione ricevuta in famiglia, a situazioni esistenziali particolarmente stressanti, o a problematiche relazionali con il/la partner.

Ma a prescindere dalla tipologia di fattori che affliggono la nostra vita, quando dobbiamo iniziare a preoccuparci per un problema di eiaculazione precoce?

Vediamolo insieme.

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Eiaculazione precoce: tra verità e falsi miti

L’eiaculazione precoce è un disturbo che può allarmare la persona che ne soffre.

Ma quando può essere considerato davvero un problema?

Innanzitutto, è necessario sottolineare che, in realtà, un tempo minimo o ideale per la durata di un rapporto sessuale non esiste. Diversi studi in letteratura hanno cercato di individuare una media della durata di un rapporto sessuale, ma la variabilità è talmente ampia da non consentire di indicare un tempo preciso: si va da una media di cinque minuti, ad una di dieci, con forbici che vanno dai 44 secondi ai 33 minuti. Questo perché il sesso, così come tantissimi altri aspetti della nostra esistenza, è fortemente contestuale.

Inoltre, diverse ricerche della European Society for Sexual Medicine (ESSM) hanno indicato che un uomo su cinque (20%, come indicato in precedenza) resiste per meno di un minuto, e il 10% tra uno e due minuti.

Significa necessariamente che tutti questi uomini soffrano di eiaculazione precoce?

Assolutamente no.

Come abbiamo detto, l’eiaculazione è il frutto di diversi fattori organici, psicologici, sociali e culturali.

Inoltre, ci sono diversi contesti in cui il non riuscire a controllare perfettamente la propria erezione e/o eiaculazione è considerato normale o “parafisiologico”. È questo il caso degli adolescenti ai primi rapporti sessuali: le nuove relazioni e i primi incontri con l’altro sesso sono sempre fonte di una percentuale di ansia. Questo, complice un’ulteriore agitazione di tipo prestazionale, può portare a una performance insoddisfacente. Un modo per ovviare a questo problema sarebbe l’esercizio al controllo eiaculatorio tramite masturbazione, che permette di sperimentarsi al diniego dell’orgasmo prima del raggiungimento del picco.

Altri contesti in cui l’eiaculazione precoce può presentarsi sono quelli in cui sia presente una problematica di coppia, per cui l’uomo sente un’ansia da prestazione e/o non riesce a lasciarsi andare con il/la propria partner. Oppure, quando l’uomo non ha avuto alcun rapporto sessuale per molto tempo; in quel caso, molto utile è masturbarsi prima dell’incontro fatidico, ma non sempre ciò è possibile. È importante quindi, qualora in quel caso non si riesca a controllare l’erezione e l’episodio rimanga quasi isolato o sporadico, non investire l’incidente di eccessive ansie e significati. Infine, ci possono essere problematiche anche nel caso di rapporti occasionali: in caso di incontri “one shot” è possibile che l’ansia aumenti e la necessità di una prestazione perfetta divenga soverchiante; questo accresce le chance di un “fallimento”.

In generale, è bene tenere presente questi elementi:

  • Soffrire di qualche episodio isolato di eiaculazione precoce durante la vita non significa soffrire di eiaculazione precoce in modo stabile, poiché ogni singolo episodio necessita di essere contestualizzato;
  • Qualche defaillance è da considerarsi assolutamente “normale” e parafisologica;
  • Non definirsi unicamente sulla base dell’esito di una performance sessuale: la sessualità è costituita da tante determinanti e tanti modi di viversi con l’altr*. Incastrare l’uomo unicamente nell’accezione dell’atto sessuale penetrativo significa limitarlo in una cornice di mascolinità tossica, impedendogli di riconoscersi in altri modi di fare esperienza con l’altr*.

Qualora tuttavia la problematica venga percepita come pervasiva e invalidante, qualunque sia il motivo per cui la si sperimenta, è necessario tenere presente che è assolutamente risolvibile e che è necessario rivolgersi ad un aiuto professionale, per ottenere risultati rapidi e duraturi.

Ma come si può risolvere un disturbo da eiaculazione precoce?

Eiaculazione precoce: how to

Come abbiamo accennato in precedenza, fondamentale è innanzitutto escludere qualsiasi causa di tipo organico. Un consulto di un medico specialista andrologo potrà certamente aiutare a discriminare eventuali cause e potrà anche prescrivere la terapia farmacologica più adatta, qualora lo ritenga opportuno.

Uno psicoterapeuta sessuologo è poi certamente sempre indicato nel trattamento dell’eiaculazione precoce. Il trattamento psicologico e psicoterapeutico è infatti uno dei trattamenti di elezione per questo disturbo; può essere associato ad altri trattamenti e spesso può essere sufficiente alla risoluzione della problematica.

Cosa comporta un percorso con uno psicoterapeuta sessuologo? Lo specialista contestualizzerà la problematica per capirne la manifestazione, darà degli esercizi da svolgere e ne discuterà con la persona in terapia, aiutandola a capire meglio l’origine del problema e a risolverlo. Qualora il problema fosse specificatamente di tipo relazionale, è anche possibile, sempre e solo con il consenso del diretto interessato, coinvolgere anche il/la partner per effettuare un percorso di coppia.

L’eiaculazione precoce è risolvibile: ciò che conta è fare il primo passo.

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